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WIMBLEDON - LONDRA (£14.600.000):20 giugno-3 luglio 2011 - Risultati e commenti WTA by Poseidon

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Post  poseidon Thu 23 Jun 2011 - 11:06

LUNEDI 20 GIUGNO

Comincia bene il Wimbledon 2011 della Schiavone, al riscatto dopo la deludente prestazione dello scorso anno con sconfitta al primo turno per mano della russa Dushevina, complice la sbornia del post Roland Garros. Dall’altro lato del campo la fresca finalista sui verdi campi olandesi di S’Hertogenbosch, una delle tante predestinate del tennis, Jelena Dokic: naturalizzata australiana, croata di nascita (Osijek) , senza coach a tempo pieno. Miglior risultato qui a Londra la semifinale del 2000, dove perse 6-4 6-2 con Lindsay Davenport. L’ultima apparizione nel MD del torneo in erba più prestigioso del mondo risale al 2009, anno in cui perse con la tedesca Malek al primo turno. L’anno scorso fu perdente nelle quali. Gli scontri diretti non erano forieri di buone novelle per la Schiavone, sotto nei precedenti per 3-0 (meglio dire 1-0 considerato che i primi due la Dokic li vinse nel 2000 e nel 2001). L’ultimo precedente è però datato 2011 a Kuala Lumpur ai quarti, torneo che la Dokic vinse. Nel secondo game subito due palle break a favore della Dokic, che colpisce comodini, non palline da tennis. La prima viene annullata con un geometrici uso del campo della Leonessa, l’altra con un “uno-due” servizio-dritto. Nei primi due turni di battuta, la Dokic è immacolata al servizio. Nel terzo game di battuta dell’australiana, l’emorragia si placa e la Schiavone conquista il suo primo quindici, chiamando a rete Jelena per mostrare le assolute difficoltà in avanzamento dell’avversaria. La milanese non riesce però ad entrare nei turni di battuta dell'avversaria, non fomentando insicurezza nel suo già labile sistema nervoso. Il contrario avviene a parti invertite: sul 4-3 arriva la terza palla break per Jelena che però si dimostra davvero scellerata nel cercare di sfruttare le occasioni avute. Quindi, quello che mai si era visto in precedenza, guarda caso avviene nei momenti topici del set: la milanese, che mai in 4 turni di battuta si era protratta oltre il 15, arriva a palla break..anzi a tre palle break. E’ l’ultima occasione quella propizia: con una splendida smorzata che saluta la rete e si posa ai suoi piedi, Francesca si porta avanti di un break con possibilità di servire per il parziale. Come si vede che ormai Schiavone è abituata a questi livelli: con assoluta facilità dispone del suo turno di battuta e delle resistenze della Dokic e porta a casa il primo parziale dopo aver azzannato l’australiana alla prima vera occasione utile. Il secondo set inizia come il primo era partito: subito in difficoltà la Schiavone, costretta a fronteggiare altre quattro palle break; peccato che la Dokic sembri non esser sul pezzo quest’oggi alla voce “occasioni convertite” e ne sciupa le prime tre. Ovvio però che non si possono rifiutare regali all’infinito, altrimenti Babbo Natale non avrebbe ragion d’essere e di conseguenza, alla quarta occasione, la Dokic mette in campo un ottimo passante di rovescio incrociato su un mediocre attacco della Schiavone e si porta avanti 2-0. Cominciano ad oliarsi i meccanismi dell’australiana che ingrana i colpi e Francesca rimane succube della potenza degli altrui schiaffi. La Dokic comincia a giocar da ferma, con i piedi ben piantati sulla linea di fondo e conquista un’ulteriore break che la porta sul 5-1 con possibilità di servire per il parziale e mettere la parola fine ad un brutto capitolo di match durato appena mezz’ora. La fragile Jelena sembra trasformata: con una potenza dirompente è lei a dominare il gioco e a chiudere un set mai stato in discussione. Sarà il terzo set ad impedire che la finalista del Roland Garros 2011 esca per la seconda volta consecutiva al primo turno dello Slam con la S maiuscola. Più che le due giocatrici in rigoroso bianco oppure un giudice di sedia rigorosamente rimandato alla voce "match da commentare a Wimbledon", la protagonista del terzo set, almeno del suo inizio, è la pioggia incessante, che comincia a cadere sull’1-1 del terzo set sul 40-40 e servizio Schiavone. Una partita che fino ad allora stava seguendo il canovaccio che la Dokic aveva dato, improvvisamente cambia melodia. Al rientro sul Centrale, almeno inizialmente, il disco pare esser cambiato: la Schiavone opera, con una parziale di 7 punti a 3 dovuto ad accelerazioni, discese a rete in controtempo e voleè di comodo, un break che la porta a condurre 3-1, salvo poi cedere malamente il servizio a 0 nel game successivo complici due doppi falli e permettendo alla semifinalista del 2000 di rimanere a galla. Evidentemente la pioggia semina brutte sensazioni nell’animo della naturalizzata tennista australiana, già oggetto di fastidio nella finale che la Dokic ha perso domenica in Olanda contro la Vinci: in quel match era stata lei a dominare gli scambi fino all’interruzione, che permise alla pugliese di sciogliere il bandolo della matassa e ad ammiccare ad una vittoria che sarebbe arrivata poco dopo. Il tasto play porta la partita al 4-3 Schiavone e a servire è la Dokic. Avanti 30-0, un game scellerato con due doppi falli e grossolani errori di rovescio danno il break alla Schiavone, con la possibilità di servire per il match. Sotto 0-30, Francesca è costretta a fronteggiare anche 4 palle break, comprese due assurde risposte di rovescio: l’australiana bombarda da fondo campo , alternando splendidi vincenti ad errori grossolani. Non se ne vuole sapere di andare sotto la doccia. Che si prenda una decisione, break o match! Niente, la partita continua ancora ai vantaggi dopo aver disperso 4 palle break e un match point, il primo del match per la Schiavone. La prima non entra e il passante di rovescio su un attacco della Dokic neanche. Ennesima parità. Buon per la Schiavone che una prima vincente la prenda per mano e la porti ad un secondo match point, questa volta quello giusto: un rovescio lungo metri della pachidermica avversaria consegna il match e il primo turno nelle mani della Runner Up di Parigi, che ora affronterà in secondo turno la vincente tra la canadese Wozniak e la ceca Strycova.

E' Sara Errani a firmare una delle piccole sorprese di giornata per quanto riguarda il tabellone femminile. L'azzurra, numero 34 Wta, ha infatti eliminato con un netto 6-1 6-4 l'estone Kaia Kanepi, numero 17 Wta capace di arrivare fino ai quarti di finale l'anno scorso, quando fu sconfitta dalla Kvitova al termine di un'incredibile partita in cui sprecò l'impossibile: 5 match points nel tie break della seconda frazione e un vantaggio di 4-0 nel parziale decisivo. Le difficoltà insite nell'impegno erano anche ben evidenziate dall'ultimo precedente, con l'estone che lasciò alla nostra pochi games nella scorsa edizione del torneo di Palermo. Il match odierno ha visto invece Sarita dilagare per la prima ora, issandosi addirittura sul 3-1 del secondo set dopo aver concesso le briciole all'avversaria nella frazione d'apertura. L'azzurra veniva poi ripresa sul 3-3 ma piazzava il break decisivo nel nono gioco e non tremava al servizio sul 5-4, chiudendo la pratica al primo match point. Al prossimo turno la piccola Sara troverà la vincente del match tra Kateryna Bondarenko (numero 126 Wta con cui è avanti 2-1 nei precedenti) o Alize Cornet, numero 69 Wta, con cui ha perso nell'unico precedente sulla terra verde di Charleston.

Missione compiuta per Venus Williams. In realtà vincere 63 61 con Akgul Amanmuradova, numero 97 del ranking e mai capace di superare in quattro occasioni il primo turno di Wimbledon, non è proprio un’impresa. Ma dopo un anno di inattività, e solo tre partite giocate sull’erba (a Eastbourne), anche una pentacampionessa dei Championships avrebbe potuto pagare un briciolo di impasse. In più, l’organizzazione aveva riservato alla statunitense l’esordio sul Campo numero 2, la famigerata “tomba dei campioni” dove sono caduti tanti big (Becker, Edberg e Sampras solo per fare qualche esempio). Nessuna scaramanzia e nessun impaccio invece per la numero 23 del seeding. Solida, sempre in pressione sull’avversaria, aiutata da un servizio al limite della perfezione (7 ace e neanche una palla break concessa) e dai soliti colpi devastanti, la Williams ha regolato in un’ora scarsa di tennis la volenterosa uzbeka. La quale, soprattutto nel primo set, ha provato a fare la sua partita e ritagliarsi qualche “15″ da protagonista. Con un tennis “mascolino”, sia nelle movenze sia nella pesantezza della palla, Akgul è stata autrice di ottime accelerazioni. Qualche applauso per lei, ma niente di più. Perché se all’Amanmuradova sono andati alcuni punti, alla Williams sono andati la quasi totalitù dei game. Nel primo set la Venere nera ha breakkato l’avversaria nel terzo game, mantenendo il vantaggio fino al 6/3. Nel secondo parziale non c’è stata mai partita, con la n.97 del mondo che, una volta concesso il servizio (sempre nel terzo gioco), si è totalmente concessa all’ex regina del ranking. Tutto bene tranne…Insomma, buona la prima per Venus Williams, che al secondo turno incontra Kimiko Date Krumm. L’unica nota stonata è il micro-completino di pizzo bianco con inserti dorati e con cinta, sempre dorata, stretta “pietosamente” in vita, accessoriato con medaglione stile “Predatori dell’Arca Perduta”. Un colpo in un occhio, come spesso sono i vestiti disegnati dalla stessa Venus. Ma se piacciono a lei…

Con il forfait della Clijsters e le condizioni non ottimali delle due Williams, Vera Zvonareva è fra le più accreditate per la vittoria finale dei Championships. Soprattutto dopo la finale dello scorso anno e soprattutto grazie ad una serie di risultati eccellenti, che hanno portato la russa al terzo gradino del ranking. Ma l’esordio sul campo 1 di Wimbledon è stato invece totalmente da dimenticare. Contro Alison Riske, numero 115 del mondo, la Zvonareva ha sudato freddo, riuscendo a risolvere la pratica solo con lo score di 60 36 63. Dopo un primo parziale in cui è stata più l’emozione che la rivale a fermare il gioco dell’americana, dal secondo set in poi il match è stato quasi sempre in mano alla figlia di un agente dell’FBI. Alison si è divertita a giocare con la numero 2 del mondo di fronte al pubblico più competente del pianeta tennis, facendoci scoprire il suo tennis fatto di ottime accelerazioni con il rovescio e una mano adatta al gioco erboso. La Riske ha salutato il primo game del suo incontro con un gran sorriso. E con un sguardo molto sereno si rivolgeva anche ai raccattapalle, mentre con un po’ di timidezza chiedeva scusa alla rivale, ogni qualvolta che il suo lancio di palla non era come doveva essere. La Riske si è divertita, ha fatto divertire e, fino al 4-3 del terzo set (quando ha poi preso il break che ha chiuso l’incontro) è stata in partita. Chi invece non ha mai dato l’idea di stare bene sul campo era proprio l’unica che ci doveva “sguazzare”: La Zvonareva. Sia il black out del secondo set, sia i problemi nel terzo sono ingiustificabili per una tennista che sui prati londinesi deve difendere una quantità enorme di punti. Lenta, impacciata e fallosa. Peggio di così, Vera non poteva presentarsi allo Slam verde. L’unica buona notizia, la vittoria. Che le permette di avere una nuova chance (contro Elena Vesnina, vincente per 674 6/3 sulla Pous Tio) per riprendersi quella sicurezza di cui è ampiamente provvista.

Come anticipato, nel prossimo round la maggiore delle sorelle Williams affronterà la Date Krumm. La quasi 41enne di Kyoto si è qualificata per il secondo turno, grazie alla vittoria per 60 75 sulla wild card di casa Katie O’Brien, n.215 del mondo. Match mai in discussione quello fra la britannica e la nipponica, con la seconda sempre al comando dell’incontro.

La Wickmayer sul 18. Va a Yanina Wickmayer l’incontro finora più interessante di questa prima giornata di Wimbledon. La belga numero 19 del ranking si è imposta su Varvara Lepchenko per 75 63. Sul Campo 18, spesso teatro di match emozionanti, le due hanno giocato ad altissimo livello per tutto il primo set, risolto solo al dodicesimo game da Yanina. Grande equilibrio anche nel secondo parziale, almeno fino al quarto gioco quando, durante una discesa a rete, la statunitense di origine uzbeke ha perso l’appoggio del piede destro, finendo per infortunarsi al ginocchio. Oltre tre minuti di medicazioni hanno permesso alla Lepchenko di terminare il match, ma le precarie condizioni fisiche ne hanno menomato la prestazione. La Wickmayer ha fiutato la debolezza dell’avversaria e l’ha regolata con un 6/3 senza più storia.

Lunedì 20 giugno 2011 - Risultati di 1° turno:

(2) Vera Zvonareva (RUS) d. Alison Riske (USA) 60 36 63
(6) Francesca Schiavone (ITA) d. Jelena Dokic (AUS) 64 16 63
(12) Svetlana Kuznetsova (RUS) d. Shuai Zhang (CHN) 36 63 64
Sara Errani (ITA) d. (17) Kaia Kanepi (EST) 61 64
(19) Yanina Wickmayer (BEL) d. Varvara Lepchenko (USA) 75 63
Ksenia Pervak (RUS) d. (22) Shahar Peer (ISR) 57 64 64
(23) Venus Williams (USA) d. Akgul Amanmuradova (UZB) 63 61
Christina McHale (USA) d. (28) Ekaterina Makarova (RUS) 26 61 86
Elena Vesnina (RUS) d. Laura Pous-Tio (ESP) 64 63
Alexandra Dulgheru (ROU) d. Jill Craybas (USA) 62 64
Monica Niculescu (ROU) d. Sybille Bammer (AUT) 61 61
Kimiko Date-Krumm (JPN) d. (WC) Katie O'Brien (GBR) 60 75
Pauline Parmentier (FRA) d. Sorana Cirstea (ROU) 61 63
Anna Tatishvili (GEO) d. Anastasia Pivovarova (RUS) 36 62 63


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Post  poseidon Thu 23 Jun 2011 - 11:08

MARTEDI 21 GIUGNO

Esordio non facile oggi per Serenona sui verdi campi londinesi. Aravane Rezai, 24enne francese numero 61 del mondo, rappresenta uno scoglio da non sottovalutare. La bimane di Saint Etienne è infatti una di quelle giocatrici capaci di avere un saldo largamente positivo tra vinte/perse, ma soprattutto è stata capace di vincere 4 titoli nel circuito, tra cui il torneo di Madrid nel 2010. Il suo periodo di forma non è eccezionale, infatti quest’anno non ha risultati degni di nota, salvo l’aver battuto Jelena Jankovic a Sidney. Comunque rimane una giocatrice temibile, soprattutto per lo stato attuale di forma di Serena, rientrante dopo un lungo stop per problemi fisici non meglio specificati. La Williams è alla ricerca della forma migliore. E’ rientrata da 2 settimane alle partite, e ha solo giocato sull’erba, a Birmingham, vincendo contro la Pironkova e fermandosi contro la Zvonareva, dopo un match molto combattuto. E’ soprattutto grazie a questo piccolo segnale che mi sento di dire che oggi Serena è favorita, leggermente. Non dimentichiamoci che l’americana ha ormai vinto tutto, 13 Slam, realizzando il Grande Slam minore, trionfando a Wimbledon ben 4 volte con 2 finali perse. A mio avviso, Serena, che attualmente occupa la posizione numero 25 delle classifiche mondiali, non può vincere questo prestigioso torneo. Il grave infortunio, il fatto che ormai non è più una ragazzina (compirà 30 anni a settembre), questo rientro un po’ frettoloso, mi spingono a pensare che si sia fatto di tutto proprio per permetterle di partecipare al torneo che l’ha sempre vista favorita, il suo torneo preferito, nel quale lo sforzo fisico è minore che da altre parti. Sull’erba le caviglie e le gambe ricevono meno sollecitazioni, gli scambi sono più corti e, con il servizio che si ritrova, Serena potrebbe avere qualche chance. E’ una scelta intelligente, anche se io non scommetterei mai su un suo approdo alla finale. I precedenti tra le due giocatrici sono in favore dell’americana, con l’unica vittoria a Sidney nel 2010. Fu un match molto combattuto, risolto al fotofinish dalla Williams grazie alla maggiore esperienza e forza fisica. La Rezai, bella giocatrice francesi di chiare origini mediorientali, è una tennista diligente. Bassa di statura, non arriva a 1.65 cm, non ha nella potenza la sua caratteristica. Ma è molto precisa e regolare, e non commette mai errori gratuiti. E' quello che si dice, una giocatrice molto intelligente tatticamente. Tuttavia, normalmente non ci sarebbe partita. Oggi per Serena, che gioca la sua 200esima partita dello Slam, sarà dura, ma il tennis femminile ci ha sempre abituato a grosse sorprese. L'inizio è molto indicativo. Aravane brecka subito l'avversaria dopo un game lunghissimo, con opportunità da ambo le parti. La rezai conferma il break ma Serena non ci sta e infila 4 game consecutivi, segno che ormai è entrata nella partita. Quando tira forte la Rezai non riesce a raggiungere la palla. E quando gioca bene, ovviamente non c'è partita.Sul 5 a 3 la Williams va a servire per il set e, nonostante qualche distrazione e doppi falli, chiude 6/3 un set che è andato via veloce, in 37 minuti. Chi si poteva aspettare, a questo punto, che si aprisse una autostrada davanti alla pantera nera, si sbagliava. Il secondo set è molto più equilibrato. La Williams non ha il consueto cinismo e consente alla Rezai di rimanere in partita. Il match, in questo frangente, è un botta e risposta e Serena non è brava a tenere la palla in campo. Troppi errori gratuiti. Si arriva senza break al 2 pari quando, invece di piazzare la spallata decisiva, la Williams la subisce. Rezai le strappa il servizio e si porta 4 a 2. Bravissima comunque la francese a muovere l'americana e giocare vicino alle righe. Aravane non trema quando va a servire per il set e chiude 6/3 al secondo set point. Il forte urlo della francese sottolinea che in questo momento sente di poter vincere la partita. Sono passati 72 minuti di gradevole partita. Il terzo parziale, invece, dura praticamente solo 2 game. Sull' 1 pari succede quello che troppo spesso accade nel tennis femminile. La Rezai crolla, di schianto. Nel game precedente giocava un tennis intelligente e produttivo, in quello successivo non è più capace di tenere una palla in campo e sembra una quarta categoria. E' un fattore emotivo più che fisico. Appena ti avvicini alla possibilità di realizzare l'impresa ti sciogli come neve al sole, prigioniero più delle tue paure che della carenza di energia nelle gambe. Il tennis è uno sport diabolico. Tra un doppio fallo e l'altro, Serena scappa prima 4 a 1 e poi chiude in scioltezza 6/1 un parziale durato poco più di 20 minuti, senza alcuno sforzo. Serena va a sedersi sulla propria seggiolina e scoppia a piangere. E' commuovente vederla in questo stato. Una tennista che ha vinto tutto, che ha fatto milioni di dollari giocando a tennis, che ha tutto, si scioglie fra le lacrime, immersa nel suo asciugamano. Segno di una tensione che se ne va, segno di uno sfogo dopo un momento buio della sua vita che l'ha portata lontano dai campi dal tennis, dalla sua vita. Segno del fatto che ha avuto paura di non poter più tornare a giocare. Segno degli sforzi immensi che deve aver fatto per ripredersi. E' una grande campionessa, speriamo che possa tornare tale, il tennis ha bisogno di persone così. Esordio quindi non agevole per l'americanona, che ha offerto una prestazione confortante solo da certi aspetti. Solita grinta, solita veemenza, ma le gambe non vanno come al solito. Fisicamente una lontana parente della giocatrice che per anni ha dominato il circuito. Potrà la sola forza mentale e fisica portarla avanti in questo meraviglioso torneo?

Cambia la superficie, ma la Jankovic, uscita dalla top-10 per la prima volta da febbraio 2007 quando vede Maria Jose Martinez Sanchez vede rosso. La spagnola vince il suo terzo confronto diretto sui quattro giocati (57 64 63), l'ultimo dei quali nella finale al Foro Italico un anno fa. La regina di Roma, dopo aver conquistato il quarto titolo della sua carriera, ha vissuto un anno con più ombre che luci ma potrebbe rilanciarsi proprio a partire dal nuovo successo sulla serba. La Jankovic interrompe così una serie di 24 successi di fila nei primi turni degli Slam: l'ultima eliminazione al debutto in un major risaliva al Roland Garros 2005. Lo schema del match è abbastanza chiaro da subito: la Jankovic prova a imporsi da fondo con il maggiore peso di palla e la capacità di aprirsi gli angoli. La spagnola torna a sfoderare il suo gioco tutto tagli e variazioni, back anche di dritto e sistematiche discese a rete. Peccato che una volée di rovescio scentrata le costi il primo break del match e contestualmente il primo set. Nel secondo è la spagnola la prima a brekkare, ma restituisce la cortesia un paio di giochi dopo. Il secondo break arriva nel nono game: la prima chance sfuma insieme a una facile volée di dritto affossata a rete, la seconda è quella giusta. La Jankovic tenta di imitare l'avversaria, ma il suo senso della posizione a rete è notevolmente inferiore, e la volée "ombelicale" si ferma a rete. Nel terzo c'è poca storia: due break valgono alla spagnola il secondo passaggio al secondo turno a Wimbledon in quattro partecipazioni.

Tra i risultati di oggi spicca anche il ko di Samantha Stosur. Senza dubbio sorprendente la dipartita dell'australiana, che ha ceduto per 63 64 all'ungherese Czink. Nella seconda frazione Samantha è stata sotto per 4-0 prima di risalire sul 4*-3, salvo poi cedere ugualmente la partita.

Vince anche Maria Sharapova, una delle più accreditate alla vittoria finale. Un successo più sudato di quanto il risultatio faccia immaginare. Il 6-2, 6-1 rifilato alla connazionale Anna Chakvetadze, infatti, non rispecchia i numerosi errori, soprattutto al servizio della bella siberiana che, pur in forma, appare un po' esitante. La caratura dell'avversaria non era tale da avere certi tentennamenti e in più di un'occasione Masha concede qualcosa di troppo. E' vero che quello che conta è la vittoria, ma contro rivali più agguerrite dovrà prestare maggiore attenzione.

Prima indolore per la regina del ranking, Caroline Wozniacki. La giovane danese, che qui a WImbledon ha raggiunto come massimo risultato il quarto turno, si libera della spagnola Arantxa Parra Santonja per 60 61. Torna a vincere un'ex numero 1 del mondo, la serba Ana Ivanovic, che rifila un 6-0, 6-1 senza diritto di replica alla statunitense Melanie Oudin.

Buona la prima per Petra Kvitova che liquida all'esordio la statunitense Alexa Glatch con un doppio 6-2. Soffre più del previsto la Pavlyuchenkova che riesce ad avere la meglio sull'ucraina Tsurenko, senza però riuscire mai ad imporre il suo gioco. 64 73(3) il risultato a favore della russa che ha fatto della maggior esperienza l'arma vincente. La russa Nadia Petrova accede il secondo turno: piegata in due set 63 64 la sua connazionale Dolonts in 1 ora e 10 minuti di gioco.

Tutto facile per la rumena Halep: Jovanovski eliminata con 61 62 che non ammette repliche. La canadese Stephanie Dubois elimina la statunitense Irina Falconi con un doppio 62 e conquista il pass per il secondo turno. 1 ora e 13 minuti di gioco sono sufficienti alla neozelandese Erakovic per archiviare la pratica Chan Kai-Chen e volare al secondo turno dello slam. 64 62 il risultato finale.

Roberta Vinci ha dovuto soffrire solo nel primo set per avere la meglio di Vera Dushevina. Roberta, fresca vincitrice in Olanda sabato scorso, si è imposta con il punteggio di 75 62 sulla russa. Nel primo parziale partenza negativa della pugliese che si trova sotto 3-0 e poi 5-3 nonostante le molteplici chance di brekkare la sua avversaria. La musica però da qui in avanti cambia e la Vinci inizia a fare il suo gioco pieno di colpi quasi magici e incamera quattro giochi di fila chiudendo il set per 7-5. Forte di un tale recupero, Roby parte bene nel secondo e consolida il vantaggio togliendo ben due volte la battuta alla sua avversaria, aggiudicandosi il set per 6-2. Al secondo turno affronterà la canadese dal potente servizio, Rebecca Marino. Ecco le parole di Roberta: "L’erba di Wimbledon è regolare. Il rimbalzo è ottimo. Ora affronterò la Marino che però non conosco.
Sono molto maturata e so come poter gestire i momenti topici del match. Lo dimostra sia il match di oggi che la finale con la Dokic della settimana scorsa. Sono più forte e il ranking ne è la conseguenza. Torneo dopo torneo voglio solo migliorare senza obiettivi precisi. Wimbledon è da sempre il mio torneo preferito e lo associo ai miei idoli, Navratilova ed Edberg"

Finisce al primo turno l’avventura londinese della qualificata azzurra Camila Giorgi. La ragazza marchigiana, alla prima apparizione in uno Slam, è stata sconfitta dalla bulgara Tzvetana Pironkova, semifinalista a sorpresa proprio sui prati inglesi lo scorso anno, con il perentorio score di 62 61. Il primo set dura veramente poco. La nostra Giorgi parte male fin dall’inizio. Chi si aspettava una Pironkova un po’ in ansia per i punti da difendere ne sarà rimasto deluso. Camila va sotto rapidamente 3-0 prima di riuscire ad ottenere , sul proprio turno di battuta, il suo primo game. La bulgara ,però, è inattaccabile sul servizio e allunga sul 5-2 prima di strappare per la seconda volta il servizio alla marchigiana e portare a casa il primo parziale per 6-2. Purtroppo anche il secondo set inizia molto male per la Giorgi che in poco più di 20 minuti si trova sotto 5-0 con solo una manciata di punti raccolti. Solo qui avviene un piccolo sussulto d’orgoglio della nostra che conquista il 5-1 e lotta nel settimo game prima di cedere e dare alla Pironkova l’accesso al secondo turno. Le speranze su Camila sono molte e il ranking dimostra che la sua ascesa sta avvenendo. Ha iniziato l'anno da 244 del mondo e oggi è numero 169. Il tempo poi, ci darà risposte più sicure su quella che sarà la carriera tennistica della Giorgi. Ecco le sue parole a fine match: “Oggi ho giocato male, dopo le mie prestazioni nelle qualificazioni speravo in qualcosa di meglio. E’ stata comunque una bellissima esperienza, ma non ero io. Troppo nervosa, contratta, lenta. Purtroppo ho pagato l’emozione e non ho giocato come dovevo. L'obiettivo adesso è entrare nelle prime cento del ranking”.

Niente da fare anche per Alberta Brianti, sconfitta per 62 61 da Maria Kirilenko. Match subito in apnea per la parmense, costretta a inseguire dallo 0-2 iniziale. La Brianti lotta ma non concretizza le occasioni e la russa bissa il break nel settimo game, per poi chiudere per 6-2. L'inerzia non cambia nel secondo parziale, dove Albertina continua a sciupare e la bella Kirilenko trova il break del 3-1, fotocopiando quanto avvenuto nel primo set. La Brianti molla il colpo e Kirilenko trova un nuovo agevole break nel sesto game, per poi chiudere per 62 61 in appena 65 minuti di gioco. Troppe le chances sprecate (0 palle break convertite su 5) e troppo morbide le seconde di Alberta (solo il 36% di punti vinti). Eccessiva anche la remissività della parmense, che nell'unico precedente fra le due vendette cara la pelle, dopo 3 set, alla Kirilenko in quel di Pattaya a febbraio.

Il gonfio programma odierno ha costretto gli organizzatori a rinviare il match fra Flavia Pennetta e la rumena Begu a domani. Spostata sul campo 19 (lo stesso della Brianti) Romina Oprandi, che ancora convalescente dopo l'infortunio al polso rimediato contro la Dokic a 's Hertogenbosch ha raccoloto un solo game in 48 minuti contro la Dominguez Lino.

Martedì 21 giugno 2011 - Risultati di 1° turno:

(1) Caroline Wozniacki (DEN) d. Arantxa Parra Santonja (ESP) 62 61
(3) Na Li (CHN) d. Alla Kudryavtseva (RUS) 63 63
(4) Victoria Azarenka (SVK) d. Magdalena Rybarikova (BLR) 64 32 ritiro
(5) Maria Sharapova (RUS) d. Anna Chakvetadze (RUS) 62 61
(7) Serena Williams (USA) d. Aravane Rezai (FRA) 63 36 61
(8) Petra Kvitova (CZE) d. (Q) Alexa Glatch (USA) 62 62
(9) Marion Bartoli (FRA) d. (Q) Kristyna Pliskova (CZE) 60 62
Melinda Czink (HUN) d. (10) Samantha Stosur (AUS) 63 64
(11) Andrea Petkovic (GER) d. (LL) Stéphanie Foretz Gacon (FRA) 63 64
(14) Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) d. (Q) Lesia Tsurenko (UKR) 64 76(3)
María José Martínez Sánchez (ESP) d. (15) Jelena Jankovic (SRB) 57 64 63
(18) Ana Ivanovic (SRB) d. Melanie Oudin (USA) 60 61
(20) Shuai Peng (CHN) d. Kirsten Flipkens (BEL) 60 64
(25) Daniela Hantuchova (SVK) d. (Q) Vitalia Diatchenko (RUS) 46 76(5) 63
(26) Maria Kirilenko (RUS) d. Alberta Brianti (ITA) 62 61
(29) Roberta Vinci (ITA) d. Vera Dushevina (RUS) 75 62
(31) Lucie Safarova (CZE) d. Lucie Hradecka (CZE) 26 63 63
(32) Tsvetana Pironkova (BUL) d. (Q) Camila Giorgi (ITA) 62 61
Klara Zakopalova (CZE) d. (WC) Emily Webley-Smith (GBR) 63 57 86
Nadia Petrova (RUS) d. Vesna Dolonts (RUS) 63 64
Rebecca Marino (CAN) d. Patricia Mayr-Achleitner (AUT) 63 76(5)
Lourdes Domínguez Lino (ESP) d. Romina Oprandi (ITA) 60 61
Iveta Benesova (CZE) d. Sandra Zahlavova (CZE) 36 63 86
Barbora Zahlavova Strycova (CZE) d. (Q) Aleksandra Wozniak (CAN) 76(7) 64
Simona Halep (ROU) d. Bojana Jovanovski (SRB) 61 62
Elena Baltacha (GBR) d. (Q) Mona Barthel (GER) 62 64
Tamira Paszek (AUT) d. Ayumi Morita (JPN) 57 63 60
Virginie Razzano (FRA) d. Sania Mirza (IND) 76(4) 26 63
Anastasiya Yakimova (BLR) d. Sofia Arvidsson (SWE) 46 62 61
Petra Martic (CRO) d. Vania King (USA) 57 62 62
Anne Keothavong (GBR) d. (WC) Naomi Broady (GBR) 62 64
Kateryna Bondarenko (UKR) d. Alizé Cornet (FRA) 75 62
(Q) Tamarine Tanasugarn (THA) d. Yaroslava Shvedova (KAZ) 62 63
(Q) Marina Erakovic (NZL) d. (Q) Kai-Chen Chang (TPE) 64 62
(LL) Stéphanie Dubois (CAN) d. (Q) Irina Falconi (USA) 62 62
(WC) Eleni Daniilidou (GRE) d. Coco Vandeweghe (USA) 64 64
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Post  poseidon Thu 23 Jun 2011 - 11:11

MERCOLEDI 22 GIUGNO

Con la pioggia ancora copiosa che sta devastando il programma della terza giornata, gli occhi del tennis mondiale si sono tutti rivolti verso il Centre Court dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club, l’unico impianto a possedere il tetto retrattile e adatto quindi a permettere il regolare svolgimento dello schedule. Ad aprire le danze Venus Williams (n.23 del seeding) e Kimiko Date Krumm, di fronte per la prima volta in carriera. Un puro caso che due giocatrici che vantano 702 (la statunitense) e 497 (la nipponica) partite nel circuito non si erano mai incontrate prima. E, considerando l’altissimo livello di tennis espresso quest’oggi, è un vero peccato. Dopo due ore e trenta di gioco è uscita vincitrice la pentacampionessa dei Championships che, dopo aver a lungo subito il tennis tatticamente perfetto nella nipponica, ha fatto prevalere la sua maggiore forza fisica, aggiudicandosi l’incontro per 67(6) 63 86. Stadio stracolmo, prato prestigioso, avversaria terribile. Un cocktail che potrebbe risultare devastante per tante giocatrici che nei primi turni si trovano catapultate in un palcoscenico calcato solo nei sogni più intimi. Non per Kimiko Date Krumm, 40enne nipponica che gioco su questi campi per la prima volta nel lontanissimo 1989 (perse, dopo aver passato le qualificazioni, al primo turno contro Zina Garrison) e che raggiunse la semifinale nel 1996, anno in cui si ritirò dal tennis professionistico (dopo aver raggiunto, la stagione precedente, il suo best ranking al numero 4 del mondo). Il comeback del 2008 fu salutatocon ironia dal mondo della racchetta – a 37 anni cosa avrebbe potuto combinare una “gnappetta” di 163cm nel tennis fisico del terzo millennio? -. Pian piano quei sorrisi si tramutarono però in sguardi di ammirazione per questo ninja in gonnella, addestrata al tennis destrorso lei che è mancina a tutti gli effetti (quando cominciò a giocare in Giappone c’era ancora un’opposizione culturale verso “la mano del diavolo”). Onesta carriera anche la seconda di Kimiko, diventata la seconda giocatrice più anziana (dopo Billie Jean King) ad aggiudicarsi un torneo Wta, con la vittoria in Korea nel 2009. Non stiamo facendo un “coccodrillo” alla tennista di Kyoto, ma dopo la prestazione di oggi ci sentiamo in obbligo di ripercorrere a brevi linee la carriera di questa evergreen, che oggi è stata a un passo da un clamoroso successo. Per nulla in imbarazzo di fronte al pubblico londinese, Kimiko ha dunque cominciato il suo match contro la Williams, di 9 anni e 9 mesi più giovane e di 22 cm più alta, ben consapevole della tattica da utilizzare. Approfittando splendidamente del suo baricentro basso, della sua capacità d’anticipo (aperture minimaliste con entrambi i fondamentali) e delle sue movenze feline, la Date ha dettato il ritmo degli scambi, muovendo l’impacciata avversaria nei quattro punti cardinali del campo. In meno di 20 minuti, la nipponica è così salita sul 5 a 1 pesantissimo (due break). Fino al 5-2 Venus non ne ha azzeccata una. Debole con i colpi da fondocampo, lenta negli spostamenti e poco incisiva con la battuta. Quando però il set sembrava aver preso comodamente la strada del Sol Levante, la Williams ha alzato il ritmo, annullato tre set point (due sul 3-5 e servizio, uno sul 4-5 e risposta) rimesso il parziale in parità fino al tie break. Nel miniset però, contro ogni aspettativa, è stata ancora Kimiko a dettar legge, salendo fino al 6-2. Venere si è aggrappata al suo finalmente incisivo servizio, ma sul 7-6 il drittaccio della nipponica ha accarezzato quanto bastava la linea laterale, permettendole di chiudere un parziale strameritato. Dopo la batosta del primo set, la Williams ha sofferto anche nei primii due giochi del secondo parziale. Dal terzo gioco in poi però Kimiko ha palesato qualche segno di stanchezza. Ha continuato sì a scendere a rete, ma se nel prmo set la tattica era compiuta ad arte, in questa porzione di gara i suoi attacchi sono sembrati esser cercati per evitare il braccio di ferro piuttosto che per una effettiva volontà di dettare ritmo. E’ così arrivato il break della Venere Nera (2-1). Lo “scippo” si è rivelato esser decisivo dato che nei restanti giochi del set la giapponese, seppur capace di arrivare ad una doppia palla break sul 2-3, non ha mai trovato la parità, fino a perdere di nuovo il servizio nel nono gioco. Ha pesato sull’andamento del set la maggiore pesantezza della palla statunitense, mentre dall’altra parte della rete la Date ha abbassato i suoi standard, chiudendo con appena 6 vincenti (contro i 26 del parziale d’apertura). Considerando l’immensa grinta della Williams e la carta d’identità a tutto svantaggio della nipponica, era nell’aria una vittoria agevole della Venere Nera nel parziale decisivo. E l’americana ha alzato subito la voce, breakkando nel secondo gioco la rivale. Sembrava finita. Ma questa volta è stata proprio la Williams a complicarsi terribilmente la vita, compiendo il doppiofallo che ha regalato il controbreak alla Date. La quale ha giocato il resto dei game in modo encomiabile, anticipando sempre la risposta di fronte al devastante servizio di Venus (il colpo che più di tutti ha fatto la differenza fra le due, 12 ace) e attaccando la rete appena possibile. Deliziose le volèe della nipponica, così come imprendibili sono stati i vincenti da fondo di Venus che però, è bene ricordarlo, è stata molto fallosa per tutto l’arco dell’incontro. In un valzer di emozioni e con entrambe molto solide nei rispettivi turni alla battuta, le due sono arrivate fino al 7-6 Williams e servizio Date. Nel quattordicesimo gioco del match finora più intenso del tabellone femminile la nipponica però ha finito la riserva di carburante, compiendo 3 errori gratuiti che hanno permesso alla testa di serie n.23 del seeding prima di arrivare al doppio match point, e infine di mettere il punto esclamativo sulla partita. Venus prosegue così la sua cavalcata ai Championships. Ma gli applausi più calorosi vanno a Kimiko Date-Krumm, 40 anni e non sentirli.

Si accende e si spegne, neanche fosse l’insegna al neon di un malfamato bar di periferia. E, se non avesse di fianco al suo nome la credenziale di seconda testa di serie del tabellone di Wimbledon, non perderemmo neanche tempo a chiederci di che tennis è capace Vera Zvonareva. Eppure la russa è, o dovrebbe, essere fra le favorite dei Championships. E invece, dopo la pessima performance dell’esordio con la Riske, Vera anche oggi è stata l’incarnazione dello psicodramma tennistico. Dalle stelle alle stalle anche contro Elena Vesnina, numero 36 del ranking. Se nel primo set la Zvonareva (che ha dovuto sostituire la sua maglia sotto l’ordine dell’arbitro, che l’ha forse giudicata più colorata del 15%) in pratica non ha dovuto far nulla, se non aspettare l’errore di una fallosissima Vesnina, nel secondo parziale è andata in confusione al primo palleggio prolungato. Qualche merito l’ha avuto anche la 24enne di origini ucraine, che ha cominciato a picchiare (quasi alla cieca) su tutti i colpi. Fortuna per lei che la maggior parte delle pallate è finita nel rettangolo. Ma una top player come la Zvonareva non può disunirsi alla minima difficoltà. Possibile che il divorzio dal coach (e qualcosa di più) Sergey Demekhine abbia mandato così in tilt tutte le certezze della finalista della passata edizione di Wimbledon? L’unico fatto positivo è che, nonostante i continui black out, la Zvonareva continua a vincere (ha chiuso al terzo match point del tie-break, dopo che la Vesnina aveva fatto di tutto per riprendere e riperdere la partita). Magari, fra qualche giorno, troverà di nuovo il suo tennis…

Ancora più netto il successo della testa di serie numero 4 Viktoria Azarenka, che ci ha messo meno di un'ora per demolire la ceca Iveta Benesova: nell'emblematico 6-0 6-3 a favore della bielorussa spicca anche il dato di 6 break conquistati su altrettante occasioni, nonché l'84% di punti conquistati con una prima di servizio veramente efficace sull'erba londinese. Il prossimo test contro la Hantuchova potrà dirci qualcosa in più sulle prospettive della Azarenka nel torneo.

Nella parte alta del tabellone l'esordio della polacca Agnieszka Radwanska si rivela tutto in discesa: la 13esima tennista del seeding non concede nemmeno un game alla bielorussa Olga Govortsova, che cede il primo set 6-0 e si arrende poi ritirandosi sul 3-0 nel secondo parziale. La Radwanska ora attende al secondo turno la ceca Cetkovska.

Una vittoria che fa morale quella conquistata oggi da Flavia Pennetta. La brindisina si è imposta in tre set sulla rumena Irina Camelia Begu con il punteggio di 76 46 62, in quasi due ore di gioco. Il match, che sarebbe dovuto iniziare alle 12 come da programma, ha dovuto attendere la fine del mal tempo come la maggior parte dei match oggi in calendario. La partita di per sé è stata piuttosto equilibrata ma a tratti la Pennetta ha mostrato scambi e colpi di livello che fanno ben sperare nel cammino di recupero dell’ex top ten italiana. In avvio il match è stato piuttosto di “studio”, essendo il primo confronto tra le due giocatrici. Nel quarto gioco la brindisina ha iniziato a mostrare i propri colpi mettendo a segno un buon rovescio per conquistare il primo 15 dello stesso game. In negativo c’è stata l’incostanza della prestazione che, a ottimi passaggi, ha legato anche diversi errori come il primo 15 del sesto gioco finito a rete un po’ troppo frettolosamente. Il primo 15 conquistato con fermezza nel settimo gioco ha dato poi maggiore sicurezza alla brindisina che e’ riuscita a chiudere a zero il game del 4 pari. Il nastro ha regalato un altro 15 alla Pennetta nel gioco successivo, ma la Begu non si e’ lasciata intimorire mettendo a segno palle profonde di dritto che l’italiana non e’ riuscita a contrastare sul momento. Portatasi per la seconda volta consecutiva sul 40 pari al servizio dell’avversaria, Flavia non e’ riuscita a concretizzare l’opportunità del break che stava cercando fermando sul 40 pari. Una mancanza che poi forse l’ha messa in difficoltà suk suo stesso servizio, dove si e’ trovata a dover recuperare sull’iniziativa dell’avversaria, ancora pericolosa sul dritto. Andata in vantaggio la rumena, Flavia e’ riuscita ad annullare il break e set point con un’ottima palla corta. Passo che le ha dato fiducia nel colpo successivo in cui e’ stata lei a guadagnarsi il punto. La rumena e’ pero poi riuscita a riportarsi in avanti con due ottimi passaggi, salvo poi riperderlo con una palla troppo lunga. Tornata in parità la situazione, il decimo gioco si e’ concluso a favore dell’italiana autrice di due buoni colpi consecutivi. Ancora un dritto incrociato e uno smash hanno permesso poi alla Pennetta di farsi sotto nell’undicesimo gioco. Con fermezza e grazie anche al terzo ace del match, la Pennetta ha pareggiato i conti sul 6 pari, gioco che ha portato il primo set a decidersi al tie-break. Flavia ha messo a segno nell’occasione un avvio convincente portandosi subito sul 3-0. Passata al servizio la Begu, questa e’ riuscita a riavvicinarsi prima con un punto messo a segno nell’angolo del campo, poi per un errore dell’italiana. Tuttavia il mini break e’ andato a favore dell’italiana, che ha poi chiuso a proprio vantagfgo il primo set grazie al terzo nastro dell’incontro. La conquista del primo set ha dato poi a Flavia, nell’avvio della seconda frazione, maggiore concentrazione e tonicità tanto da permettere la chiusura in bianco del primo gioco a suo favore. La rumena non si e’ lasciata però intimorire dal buon livello espresso dall’italiana ed e’ partita subito al contrattacco mettendo a segno un paio di vincenti che hanno ristabilito la parità. Il gioco della Pennetta ha comunque mantenuto la sua consistenza, rendendo l’avvio del secondo set più appassionante rispetto all’inizio del match. La Begu da parte sua ha sempre però colpito con il dritto, mentre Flavia e’ riuscita a variare maggiormente il gioco. Un errore di troppo, nel quinto gioco, e’ costato alla brindisina l’unico break subito nell’incontro. Un break che e’ stato soprattutto mentale, visto che poi Flavia non e’ riuscita rispondere nell’immediato all’attacco subito. Solo nel nono game e’ infatti riuscita ad esprimere nuovamente il gioco d’attacco già utilizzato nell’avvio della seconda frazione. I sogni di rimonta si sono però infranti sul nastro, lo sforzo espresso non e’ bastato a pareggiare i conti rimandando il risultato definitivo al terzo set. Con un po’ di fatica, guadagnando il punto ai vantaggi, la Pennetta e’ riuscita ad aprire a proprio favore il terzo set, mantenendo il proprio turno si servizio e innervosendo l’avversaria. La risalita e’ stata lunga ma costante e nel quarto gioco del terzo set, la brindisina e’ riuscita a vincere il servizio dell’avversaria e portarsi sul 3-1. Presa dalla rivalsa la rumena ha realizzato subito un contro break, ma la Pennetta non si e’ lasciata scoraggiare mettendo a segno, dopo una lotta ai vantaggi, il secondo break consecutivo, coronato poi dal 5-2 raggiunto nel game successivo. Un doppio fallo della rumena ha chiuso poi il discorso con il punteggio netto di 6-2 al terzo, proiettando positivamente la brindisina al secondo turno. Al prossimo turno l'azzurra troverà la russa Evgeniya Rodina: tra le due non ci sono precedenti.

Settimo successo consecutivo per Roberta Vinci, che si dimostra l’azzurra più avvezza ai prati, grazie ad uno stile di gioco molto redditizio su questa superfice. Il titolo della settimana scorsa ad S- Hertogenbosch, ne è una logica conseguenza, che ne trasmette i benefici anche a Wimbledon 2011. A spalancarle la strada verso il 3° turno dei championship è la canadese di origini italiane Rebecca Marino, n.44 del mondo, che lotta parecchio nel primo set, dove spreca anche un set point, prima di arrendersi alla distanza sul definitivo 76 62. La lunga pausa per pioggia ad inizio giornata, posticipa a domani i match di Francesca Schiavone e di Sara Errani, programmati oggi come ultimi incontri. Rimonta azzurra. Il match del tutto inedito contro la canadese, inizia nel peggiore dei modi per la tarantina, costretta a rincorrere sin da subito, quando al secondo gioco la Marino ottiene il primo break dell’incontro. Più aggressiva e solida la canadese, che grazie al servizio tiene a bada le velleità dell’azzurra, poco lucida in avvio di partita. Senza concedere alcuna palla break, la Marino tiene con autorità sia sul 4-1 che sul 5-2, lanciandosi verso la conquista del primo set. Niente di più sbagliato,con Roberta che riesce appena in tempo a far breccia nel solido muro canadese, indebolendolo con le sue traiettorie sempre più efficaci. Alla prima occasione, l’azzurra ottiene il controbreak, impattando poco dopo il parziale sul 5-5. Rebecca Marino comunque non molla, e tra le 4 palle break sprecate nel set, c’è anche il set point sul 6-5, che Roberta annulla grazie al servizio. Il 6-6 rimanda tutti ad un meritato tiè-break, con la Vinci più concreta e coraggiosa rispetto alla sua avversaria, meritandosi poco dopo il giusto premio. Avanti 3-0 e poi 4, l’azzurra chiude 7 punti a 3 un primo set abbastanza rapido, durato 41 minuti. Dal 40% di prime, l’azzurra passa al 71% nel secondo parziale, che le garantisce un maggior controllo sul gioco, impostando spesso gli scambi a suo piacimento. Il break nel 4° game porta l’azzurra sul 3-1 e servizio, facilitando il cammino della Vinci, che sul 4-2 è costretta a difendersi, recuperando un brutto game da 15-40 e tagliando di fatto le gambe alla canadese. La Marino infatti non imita l’azzurra, e sotto 5-2 stacca definitivamente la spina, subendo un nuovo break per il 6-2 finale. Match di tutt’altro spessore adesso al 3° turno, dove troverà la ceca Petra Kvitova, n.8 del torneo, che oggi ha travolto la britannica Keothavong per 62 61. Tra le due non ci sono precedenti.

L'avversaria della nostra Roberta Vinci al terzo turno sarà la russa Petra Kvitova, indicata da Patrick Mouratoglou come una delle possibili outsider nel tabellone femminile di Wimbledon: la ceca, testa di serie numero 8, non ha dato scampo alla briitannica Anne Keothavang, costretta ad arrendersi 6-2 6-1 nonostante la spinta del pubblico londinese. La Kvitova non ha concesso nemmeno un break e ha dominato entrambi e parziali rubando il servizio all'avversaria nel primo gioco di entrambi i set. Un osso duro, insomma, per la nostra Robertina...

Mercoledì 22 giugno 2011 - Risultati di 2° turno:

(2) Vera Zvonareva (RUS) d. Elena Vesnina (RUS) 61 76(5)
(4) Victoria Azarenka (BLR) d. Iveta Benesova (CZE) 60 63
(8) Petra Kvitova (CZE) d. Anne Keothavong (GBR) 62 61
(11) Andrea Petkovic (GER) d. (LL) Stéphanie Dubois (CAN) 63 46 63
(23) Venus Williams (USA) d. Kimiko Date-Krumm (JPN) 67(6) 63 86
(25) Daniela Hantuchova (SVK) d. (Q) Marina Erakovic (NZL) 63 61
(29) Roberta Vinci (ITA) d. Rebecca Marino (CAN) 76(3) 62
(32) Tsvetana Pironkova (BUL) d. Petra Martic (CRO) 61 64
María José Martínez Sánchez (ESP) d. Monica Niculescu (ROU) 63 60
Ksenia Pervak (RUS) d. Pauline Parmentier (FRA) 62 16 63

Risultati di 1° turno:
(13) Agnieszka Radwanska (POL) d. Olga Govortsova (BLR) 60 30 ritiro
(16) Julia Goerges (GER) d. Anabel Medina Garrigues (ESP) 63 60
(21) Flavia Pennetta (ITA) d. Irina-Camelia Begu (ROU) 76(3) 46 62
(24) Dominika Cibulkova (SVK) d. Mirjana Lucic (CRO) 36 63 86
(27) Jarmila Gajdosova (AUS) d. Alona Bondarenko (UKR) 75 63
(Q) Misaki Doi (JPN) d. (30) Bethanie Mattek-Sands (USA) 64 57 75
Polona Hercog (SLO) d. Johanna Larsson (SWE) 67(3) 63 64
Mathilde Johansson (FRA) d. (WC) Heather Watson (GBR) 26 64 64
Petra Cetkovska (CZE) d. Kristina Barrois (GER) 62 57 62
Evgeniya Rodina (RUS) d. Chanelle Scheepers (RSA) 63 75
Jie Zheng (CHN) d. Zuzana Ondraskova (CZE) 75 60
Andrea Hlavackova (CZE) d. Anastasia Rodionova (AUS) 61 62
(WC) Sabine Lisicki (GER) d. Anastasija Sevastova (LAT) 61 61
(WC) Laura Robson (GBR) d. Angelique Kerber (GER) 46 76(4) 63

Risultati di 1° turno di doppio:
(1) King/Shvedova (USA/KAZ) d. Halep/Lepchenko (ROU/USA) 61 ritiro
(2) Peschke/Srebotnik (CZE/SLO) d. (Q) Dolonts/Marosi (RUS/HUN) 63 76(5)
(3) Huber/Raymond (USA/USA) d. Dokic/Jovanovski (AUS/SRB) 61 62
Cirstea/Morita (ROU/JPN) d. (15) Chuang/Hsieh (TPE/TPE) 64 64
Koryttseva/Poutchek (UKR/BLR) d. Cornet/Rezai (FRA/FRA) 63 62
Voracova/Voskoboeva (CZE/KAZ) d. (WC) Broady/Webley-Smith (GBR/GBR) 63 64
(Q) U.Radwanska/Ar.Rodionova (POL/RUS) d. Krajicek/Safarova (NED/CZE) 64 63
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Post  poseidon Fri 24 Jun 2011 - 8:08

GIOVEDI 23 GIUGNO

Sì ferma al secondo turno l’avventura di Sara Errani a Wimbledon. L’emiliana è stata sconfitta in tre set dall’ucraina Katarina Bondarenko, con il punteggio di 64 57 62. L’avvio del match non e’ dei migliori per l’italiana, Sara infatti è stata subito brekkata dalla giocatrice ucraina, partendo subito alla rincorsa. In generale il primo set e’ stato tra alti e bassi, con un gioco che si e’ sviluppato maggiormente da fondo campo e in quest’ottica probabilmente la maggiore potenza dei colpi della minore delle sorelle Bondarenko ha messo in difficolta’ la piccola emiliana. Nonostante infatti l’immediato contro-break e il sostanziale bilanciamento fino al 2 pari, nel quinto gioco l’ucraina ha eseguito un ulteriore rottura che le ha regalato una marcia in piu’ per tutta la prima frazione. Sara da parte sua non ha mai mollato il gioco e il nastro nel decimo game le ha sicuramente negato un importante contro-break. In seguito, nonostante ulteriori possibilita’ di portare il match sul 5 pari, l’italiana non e’ riuscita a concretizzare nessuna delle opportunita’ passante sulla sua racchetta, lasciando cosi’ la prima frazione alla Bondarenko. Anche il secondo set si e’ poi aperto con Sara al servizio, ma una serie di errori - tra cui un doppio fallo sullo 0-30 - hanno regalato il game all’avversaria. Nonostante buoni colpi e intuizioni intelligenti, all’italiana e’ venuto a mancare qualcosa, quella spinta in più che non le ha fatto concretizzare le sue opportunità’ fino a farla scivolare sotto fino al 3-0 nel secondo set. La caparibieta’ e la ricerca hanno poi trovato la risoluzione nel quarto gioco, primo della seconda frazione conquistato dall’italiana ottenuto rompendo il servizio dell’avversaria. Anche nel quarto gioco la Bondarenko ha rischiato di brekkare l’italiana, ma la Errani e’ riuscita nell’occasione a tenere saldi i nervi e a far girare a proprio favore la situazione, rimanendo cosi’ in scia all’unico break rimasto da recuperare. Compito realizzato poi nel sesto gioco dove Sarita, partita da sotto, e’ riuscita a recuperare fino al 40 pari e a guadagnarsi il 3 pari con fermezza e tenacia. Variando maggiormente il gioco e mettendo a segno vincenti, nonché’ con un pizzico di fortuna grazie al nastro, la Errani e’ passata in questa occasione per la prima volta a condurre la partita nel secondo set, fermando il risultato sul 4-3. Vicina al secondo break consecutivo, la Errani ha subito però il ritorno della Bondarenko che, con un’ottima palla corta, ha mantenuto il suo turno di servizio battagliato ai vantaggi. Il secondo set si e’ poi chiudo sul 7-5 a favore dell’italiana grazie al punto messo a segno su un ottimo dritto che ha portato via il turno di servizio, il game e il set alla giocatrice ucraina. La differenza di temperamento si e’ vista poi in avvio di terzo set dove la Errani, trovatasi sotto 0-40, ha prima raggiunto la parita’, per poi conquistare il game con decisione, ma il passo falso nel terzo gioco, dove l’ucraina, mai doma, ha risalito la china vincendo il servizio dell’italiana e dando cosi il via ad una sorta di terza parte del match, dove la Errani ha smarrito voglia e gioco.

Per Francesca Schiavone festeggiare il compleanno a Wimbledon è divenuta da anni una piacevole abitudine, ma a festeggiare con una vittoria c’è sempre più gusto. Il secondo match a Wimbledon 2011, regala alla milanese l’accesso al 3° turno ai danni della ceca n.55 del mondo Zahlavova Strycova. Inizio contratto per la leonessa, che dopo aver rotto il ghiaccio, sale di livello, mettendo KO un’avversaria fin troppo distratta, che si arrende con il punteggio finale di 75 63. L’unico precedente tra le due, è datato 2004 e ad imporsi fu sempre Francesca Schiavone. Il match d’apertura sul campo n.3 vede una Zahlavova Strycova subito più in palla, motivata dal match e supportata da un’ottima profondità di colpi. Francesca al 1 gioco va sotto 0-40, e dopo aver ottenuto la parità, non riesce ad evitare il break ai vantaggi, che la ceca difende molto bene portandosi sul 2-0. Pochi gli errori della boema, mentre l’azzurra ha bisogno di qualche game in più per prendere le misure all’avversaria. Sotto 2-4, la n.6 del torneo cambia finalmente passo, contenendo maggiormente in difesa e propone dosi in attacco con maggior varietà nei colpi. Il contro break del 4-4 mette in crisi le certezze della Zahlavova, che avanti 15-40 spreca due palle break, lasciandosi superare dall’azzurra per la priva volta nel match sul 5-4. Il match si riequilibra poco dopo, con una lotta punto a punto. Come spesso accade, a fare la differenza alla fine è la maggior esperienza e la miglior tenuta mentale, e Francesca, al contrario della sua avversaria, non si lascia andare a facili isterismi, dimostrandosi superiore. Dopo aver annullato una nuova palla break, l’azzurra si porta avanti 6-5, per poi piazzare ai vantaggi la zampata decisiva che le regala break e set. Il match agonisticamente è valido, ma anche tecnicamente, con diverse soluzioni vincenti a rete che strappano gli applausi del pubblico presente.Perso il primo set la ceca non si abbatte, e con un paio di fiammate trova il break in avvio di secondo parziale portandosi sul 2-1 e servizio. Troppo discontinua però la Zahlavova, che concede l’immediato contro break ad una Schiavone molto più continua rispetto alla sua avversaria. Il break ai vantaggi del 6° gioco, lancia definitivamente la milanese, che avanti 4-2 non si lascia più sfuggire il match dalle proprie mani. Senza concedere altre chance, Francesca mantiene d’autorità il suo servizio e con un classico 6-3 si confeziona un ottimo regalo di compleanno. Prossima avversaria la ventenne austriaca Tamira Paszek, numero 80 Wta, capace di arrivare negli ottavi dello Slam londinese nel 2007, ad appena sedici anni: due pari il bilancio dei precedenti. Nel 2008 Francesca vinse 10-8 al terzo set proprio sull’erba londinese.

Dopo il match sofferto contro la romena Begu, Flavia Pennetta si concede una giornata tutto sommato tranquilla, garantendosi l’accesso al 3° turno del torneo londinese. Nel match del tutto inedito contro la russa Rodina, l’azzurra n.21 del mondo, mostra finalmente qualche buon margine di miglioramento, anche se l’inizio rimane equilibrato. Un break per parte in avvio, mantiene il confronto in parità fino al 4-4 senza altri sussulti. Flavia, molto concreta al servizio, riesce ad esserlo anche in risposta nel 9° gioco, trovando con un guizzo il break per girare sul 5-4, prima di garantirsi il primo parziale per 6-4 dopo 34 minuti. Nel secondo set sale il ritmo imposto dalla brindisina, che nonostante una percentuale di prime palle sotto il 50%, trasforma in punti tutte le prime messe a segno, non concedendo alcuna palla break all’avversaria. L’allungo al secondo gioco, mette di fatto in cassaforte il match, anche perché la Rodina non ha alcuna intenzione di provarci, limitata da qualche errore di troppo. Flavia trova con facilità il campo, agevolando l’incremento statistico dei vincenti, chiudendo alla fine con 18. Il break all’8° gioco mette i titoli di coda al match, che l’azzurra porta a casa in 1 ora esatta di gioco. L’epilogo, tranne alcune punte di orgoglio, e’ stato decisamente a favore della Bondarenko, piu’ consistente dell’italiana, che comunque ha molto da recriminare su un match in cui sarebbe bastato crederci un po’ di più per passare al terzo turno. La prossima avversaria uscirà dalla sfida tra Marion Bartoli, testa di serie numero 9, (Flavia è 21) e la spagnola Lourdes Dominguez Lino. Con tutta probabilità sarà la francese, finalista a Wimbledon nel 2007, proprio l’anno in cui superò con un netto 63 61l’azzurra (la transalpina conduce 2-1 nei precedenti).

Oggi staremo a vedere se i fantasmi che hanno accompagnato il rientro al gioco di Serena Williams possano essere solo un brutto ricordo. Il test odierno, la romena Halep, è sicuramente una prova molto attendibile. Innanzitutto, Simona è giovane. Non ha ancora compiuto i 20 anni. E' numero 58 del mondo, ma è in ascesa. Gioca un tennis divertente e molto potente, nonostante non sia una “gigante”. La romena, coi suoi 64 chili, pesa molto per essere 1.65 centimetri e ricordiamo che l’anno scorso si è fatta ridurre il seno perché le dava fastidio. Procedura non poco complicata, visto che era di dimensioni spropositate per una tennista, che deve correre e scattare di continuo. Adesso sembra che le cose vadano meglio, anche se a mio parere dovrebbe dimagrire un altro paio di chili almeno per avere una reattività maggiore. Non ci sono precedenti tra le due giocatrici, d’altronde in questo momento conterebbero poco. Serena è solo una sbiadita fotocopia della incredibile giocatrice degli ultimi 10 anni. Le lacrime versate in campo dopo il primo turno, segnale di una insicurezza profonda, sono indicative del periodo difficile dell’ex numero uno del mondo. Persino la sorella Venus è rimasta stupita dallo sfogo dopo la vittoria su Aravane Rezai. Lo stato di forma è lontano dall’ottimale, e ogni turno rappresenta uno scoglio difficile da superare. E’ triste dirlo, ma il torneo rischia di perdere in ogni momento una delle protagoniste più amate dalla gente. Le altre tenniste lo sanno, e faranno di tutto per portare via uno scalpo eccellente, e garantirsi ottima visibilità. Oggi le ragazze si stanno giocando il terzo turno, che rappresenta sempre un risultato di rilievo in uno Slam. Già dai primi scambi si capisce che l’incontro sarà complicato per l’americana. La Halep è molto mobile, velocissima. Tira molto forte di dritto e pure di rovescio. Serena, da fredda, commette molti errori gratuiti, soprattutto al servizio. Sembra di vedere il primo turno, contro la Rezai. Logica conseguenza, la Halep ne approfitta e vola 4 a 2 nel primo parziale, per poi chiuderlo con un 6/3 in suo favore in poco più di 30 minuti. Serena non approfitta delle opportunità avute e cede il servizio sull'unica palla break concessa. Ancora una partenza a rilento per la Williams! Se il servizio non funziona, ne risente tutto il suo gioco, e non avendo più la consueta reattività di gamba, i recuperi diventano più difficili. Anche perché la ragazzina di Costante, per adesso, non ha nessun dubbio. Il secondo set parte bene per la Williams, che riesce subito a breckare l’avversaria. La Halep le rimane in scia fino al 4 a 2, e poi cede di schianto 6/2, mollando di fatto il set per provare a giocarsi il tutto per tutto al terzo. E’ una consuetudine che si vede spesso sui campi femminili. Serena Williams, in questo frangente, è tornata a giocare ad ottimi livelli. Gli scambi sono molto combattuti, ma qualcosa è cambiato. L’americana, dall'inizio del secondo set, ha iniziato a tirare veramente forte. Se gioca così, le categorie di differenza tra le due tenniste sono molte. Come volevasi dimostrare, il terzo parziale comincia come era finito il secondo. Serena vola 4 a 0 e servizio in pieno controllo. La Halep non trova più il modo di fare il punto. E’ passata 1 ora e 30 dei gioco, e la romena è calata vistosamente. Da fondo campo non c’è più nessuna possibilità di portare a casa un 15. Sul 5 a 0, in risposta, 0/40, con tre match point a disposizione, Serena ha un black out incredibile che la porta a perdere il game e poi fino allo 0/30 nel servizio successivo. 6 punti consecutivi per la Halep. Potrebbe riaprirsi la partita? Sarebbe clamoroso. La Williams riprende la concentrazione , serve 4 prime, e porta a casa la partita. Serena chiude 3/6 6/2 6/1 in 1 ora e 47 minuti, e sinceramente, pur sotto di un set, non ha mai dato l’impressione di poter perdere questa partita. Troppo leggera, anche se molto volenterosa, la Halep. Sentiremo ancora parlare di questa ragazzina che oggi ha dimostrato di avere una buona personalità. Qualche brivido per l’americana in avvio di secondo set. Forse la partita poteva complicarsi ulteriormente, ma è stata brava a mantenere i nervi saldi e mettere "in ghiaccio" la partita con un parziale di 6 game consecutivi. Stavolta niente lacrime. Serenona esce dal campo tra i sorrisi, ma ancora in ricerca della forma migliore che, forse, sta proprio arrivando. Dal prossimo match, l'americana, dovrà scendere in campo già pronta. Regalare il primo set ad avversarie più quotate potrebbe risultare letale. Serena, ai microfoni, non ha molto da dire: “E’ stata una giornata difficile, c’era molto vento e ho ancora bisogno di molta pratica per alzare il mio livello”, ma si è successivamente lamentata per l'assegnazione del Campo n 2. Adesso aspetta la bella Kirilenko.

Stupisce invece la sconfitta di Na Li eliminata per mano di Sabine Lisicki al terzo per 36 64 86. A soprendere non è solo il riusltato, ma l'andamento del match. La cinese non ha incredibilmente chiuso il match prima sul 5-4 e servizio poi sul 6-5. Insomma, nei momenti chiave non proprio una prestazione da top player. Merito alla Lisicki di aver sempre tenuta alta la concentrazione per tutto l'arco del match, mantenendo un atteggiamento positivo e incitandosi quasi dopo ogni punto. Da fondo campo, da ferma e con gli appoggi giusti, la Lisicki sa davvero far male e trovare spesso il vincente. La Li ha saputo arginare il suo gioco per buona parte di partita tanto da assicurarsi la possibilità di chiudere la partita per ben due volte. Così non è stato, e a quel punto psicologicamente è diventata un'impresa, anche per una come lei. Sul 6-7 nel terzo, reduce da due break consecutivi, il lancio di palla pesava quintali per la Li, mentre dall'altra parte della rete, la tedesca, in risalita dopo essere scivolata fuori dalle prime 100, fiutava l'occasione e ruggiva a ogni colpo. D’altra parte le difficoltà palesata dalla tennista orientale sono spiegate dall’unico precedente prima del loro odierno incontro, il quale aveva visto la teutonica prevalere sulla regina del Roland Garros sul rosso di Stoccarda per 64 75. Partita con poche emozioni per metà primo set, con entrambe le tenniste che tengono la battuta senza concedere più di due 15 nei rispettivi turni. In particolare la tedesca cerca di spingere in risposta e abbreviare gli scambi. Non sempre questa tattica paga: poche le risposte vincenti, molti gli errori. Dall'altra parte delle rete, la Li gioca con più pazienza e meno fretta. I primi sussulti sul 4-3 in favore della cinese: la teutonica commette qualche unforced di troppo e concede la prima palla break. Riesce ad annullarla ma è costretta a fronteggiarne un'altra ai vantaggi dopo un grande scambio condito da ottimi recuperi della Li, la quale chiude il punto a rete. Il break arriva alla seconda opportunità e spedisce la vincitrice di Parigi a servire per il set. In vantaggio 5-3 però, la tennista orientale scivola sul 15-40, dopo due ottime risposte della Lisicki e un banale errore in volee. Sulla prima chance di controbreak la Li sfrutta la troppa foga dell'avversaria che non controlla la risposta, poi ne esce da campionessa con entrambi i fondamentali: le accelerazioni fulminee di rovescio e dritto lungolinea le consegnano il parziale. Tuttavia nella seconda frazione Sabine conserva un atteggiamento positivo, incitandosi dopo ogni punto vinto. Al contrario la Li paga un passaggio a vuoto che le costa il break nel secondo gioco, in cui non riesce nuovamente la rimonta dal 15-40, anzi con uno sciagurato doppio fallo dà alla Lisicki la possibilità di far corsa di testa nel punteggio. Nel game successivo brava la bionda tedesca ad annullare le due palle dell'immediato controbreak e custodire il prezioso vantaggio. Ma sul più bello, ovvero al servizio sul 5-3 per prolungare il match al terzo, la Lisicki trema: dopo una risposta di diritto della cinese sulla riga di fondo, la Li ritorna in partita grazie a un gratuito di dritto dell'avversaria. Ma il match si accende, Sabine non molla e sul 5-4 in suo favore strappa nuovamente la battuta alla nr.4 del mondo dopo un game fiume di bel tennis. Da sottolineare comunque una chiamata errata sul 40-40 alla Li: dritto vicino al corridoio semi-vincente chiamato fuori, il challenge dà ragione all'orientale ma il punto si rigioca. La Lisicki ne approfitta e con due 15 consecutivi chiude il set: il tennis è anche questo. Nel parziale decisivo sul 2-2 la cinese piazza il break sfruttando qualche seconda di servizio di troppo della Lisicki e prendendo il comando dello scambio con risposte aggressive. Alla seconda palla break la teutonica spedisce largo il recupero e lascia scappare la top player. La Li controlla e amministra saggiamente i proprii turni di servizio concedendo le briciole all’avversaria assicurandosi la possibilità di servire per il match. Sul 5-3 servizio Lisicki, la Li si procura due matchpoint, ma inaspettatamente la tedesca ritrova il servizio e con 4 ottime prime risale e accorcia sul 5-4. A questo punto succede di tutto: la nr. 4 del mondo smarrisce inaspettatamente i colpi da fondo e concede il controbreak, ma la Lisicki, forse incredula per l'occasione avuta, restituisce il favore, consentendo alla Li di servire nuovamente per il match sul 6-5. Partita finita? Assolutamente no: per la rabbia di Roger Federer, la tennista dagli occhi a mandorla proprio non ne vuol sapere di congedarsi dal centrale e perde a 0 la battuta. 6-6, si continua: dopo 4 break consecutivi, Lisicki riesce nell'impresa di tenere il servizio (addirittura a 15) e salire 7-6. La Li smarrita, la teutonica ci crede: 15-40 due match point per la tedesca, ma prima un lob lungo poi il servizio vincente tengono galla Na Li. Dritto lungo, terzo matchpoint: ma questa volta è ancora il dritto a tradirla e a consegnare un insperato successo e una inattesa sopresa al pubblico del centrale: cade la nr. 4 al mondo!

Giovedì 23 giugno 2011 - Risultati di 2° turno:

(WC) Sabine Lisicki (GER) d. (3) Na Li (CHN) 36 64 86
(6) Francesca Schiavone (ITA) d. Barbora Zahlavova Strycova (CZE) 75 63
(7) Serena Williams (USA) d. Simona Halep (ROU) 36 62 61
(12) Svetlana Kuznetsova (RUS) d. Alexandra Dulgheru (ROU) 60 62
Petra Cetkovska (CZE) d. (13) Agnieszka Radwanska (POL) 36 76(5) 64
Nadia Petrova (RUS) d. (14) Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 63 63
(16) Julia Goerges (GER) d. Mathilde Johansson (FRA) 76(10) 62
(18) Ana Ivanovic (SRB) d. (WC) Eleni Daniilidou (GRE) 63 60
(19) Yanina Wickmayer (BEL) d. Anna Tatishvili (GEO) 36 64 62
(21) Flavia Pennetta (ITA) d. Evgeniya Rodina (RUS) 64 62
(24) Dominika Cibulkova (SVK) d. Polona Hercog (SLO) 61 62
(26) Maria Kirilenko (RUS) d. (Q) Tamarine Tanasugarn (THA) 75 75
(27) Jarmila Gajdosova (AUS) d. Andrea Hlavackova (CZE) 76(1) 63
Klara Zakopalova (CZE) d. (31) Lucie Safarova (CZE) 60 67(3) 64
Tamira Paszek (AUT) d. Christina McHale (USA) 64 61
Kateryna Bondarenko (UKR) d. Sara Errani (ITA) 64 57 62
Melinda Czink (HUN) d. Anastasiya Yakimova (BLR) 75 63
(Q) Misaki Doi (JPN) d. Jie Zheng (CHN) 63 61

Risultati di 1° turno di doppio:
(4) Mirza/Vesnina (IND/RUS) d. Chakvetadze/Oudin (RUS/USA) 60 76(4)
(10) Benesova/Zahlavova Strycova (CZE/CZE) d. Cibulkova/Kvitova (SVK/CZE) 76(3) 64
(11) Martínez Sánchez/Medina Garrigues (ESP/ESP) d. Arvidsson/Klepac (SWE/SLO) 64 61
(14) Black/Peer (ZIM/ISR) d. (WC) Borwell/South (GBR/GBR) 63 63
Ivanovic/Petkovic (SRB/GER) d. Chang/Craybas (TPE/USA) 61 62
(LL) Erakovic/Tanasugarn (NZL/THA) d. (Q) Lee-Waters/Moulton-Levy (USA/USA) 63 62
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VENERDI 24 GIUGNO

Si interrompe a 7 la striscia di vittorie consecutive di Roberta Vinci e si infrange per mano di una delle giocatrici maggiormente in ascesa in questo 2011, la mancina ceca Petra Kvitova: 63 63. Una striscia, quella della nostra portacolori, che era iniziata al torneo di S'Hertogenbosch proseguendo qui a Wimbledon, dove, però ad arrestarne la marcia è stata una Petra Kvitova che continua ad impressionare al punto da candidarsi ad un ruolo di assoluta protagonista. E'una sconfitta per la Vinci che si presta a ben poche recriminazioni, poiché scaturita per opera di un'avversaria rivelatasi superiore in ogni aspetto di gioco; al servizio, alla risposta e nell'uso geometrico del campo. La Kvitova ha sciorinato il meglio del proprio repertorio, al contrario di una Vinci che non ha trovato una valida strategia di opposizione. D'altronde, quando dall'altra parte della rete ci si trova un'avversaria di lignaggio superiore, per di più in giornata di grazia, non c'è tattica che possa funzionare. Una dimostrazione di forza quella della Kvitova, le cui quotazioni nel borsino di Wimbledon salgono considerevolmente. A giudizio di chi vi scrive, infatti, la ceca è forse la più autorevole candidata al titolo di Wimbledon, Williams sisters permettendo. Un anno or sono,proprio a Wimbledon, la Kvitova dispiegò tutto il suo potenziale, issandosi tra lo stupore generale sino alla semifinale. Per Roberta Vinci il terzo turno a Wimbledon si rivela uno scoglio insormontabile, poiché la tarantina per 3 volte è approdata al terzo turno (2005, 2009 e 2011) ma in altrettante circostanze ha fallito la missione di approdare nella seconda settimana del major londinese. Addentrandoci nel computo statistico il dato che balza immediatamente all'occhio è relativo ai colpi vincenti della Kvitova, ben 37, a fronte degli appena 11 totalizzati da una Vinci che ha fatto quel che ha potuto. La superiorità della Kvitova non tarda ad affermarsi e prende forma già nel quinto game, sotto forma del primo break del match che la ceca mette a segno a 15, grazie ad un eccelso game di risposta. Osservando il match si avverte la diversa pesantezza di palla fra le due giocatrici. La mancina di Bilovec è micidiale alla risposta, grazie ad un senso dell'anticipo ed una velocità d'esecuzione che la rendono tanto imprevedibile quanto talentuosa. In tal modo con le sue fulminee risposte lascia più di una volta ferma sul posto una Vinci incapace di tessere le trame che risultano indigeste alle proprie avversarie. Anche al servizio, la Kvitova, con le sue traiettorie mancine non mette in condizione di rispondere adeguatamente una Vinci che, sotto 5-3, non riesce nel tentativo di prolungare il set, incassando il secondo break del set. Per effetto del quale va in archivio la prima frazione con il punteggio di 6-3. E' un piacere per gli occhi veder giocare la Kvitova, che appare in un certo qual senso la reincarnazione tennistica del suo connazionale Petr Korda, anch'esso mancino e anch'esso dall'abbacinante talento. Nel secondo set la Vinci sul due pari si procura un'opportunità di break, la prima del match, ma la Kvitova estrae dal cilindro una seconda di servizio vincente che mette fuori causa Roberta. A break mancato, consegue break subito, poiché è la Kvitova nel sesto game ad operare il break che le permette di incanalare anche il secondo set nella direzione a lei più favorevole. Di fatto l'allungo compiuto dalla Kvitova si rivela decisivo nell'economia del secondo set e del match. La Kvitova avanza e, soprattutto, incanta, la Vinci esce di scena onorevolmente, al cospetto della giocatrice fino ad ora più in forma del torneo. A fine match queste le parole di Robertina: “Ho vinto il torneo a Rosmalen, sono arrivata qui a Londra con il best ranking, numero 29, e ho giocato un ottimo torneo di Wimbledon. Sono soddisfatta. Lei è più alta di me e serve benissimo, rischia molto anche con la seconda. Tira tutto, uno scambio non durava più di due, tre palle… E poi è mancina, il suo tennis dà fastidio.”

Secondo match e seconda passeggiata per Caroline Wozniacki. Dopo aver rifilato un 62 61 alla Parra Santonja, la numero 1 del tabellone femminile si è sbarazzata di Virginie Razzano per 61 63, in un’ora e 10 minuti di gioco. Poche le emozioni nel primo incontro sul Campo n.2 dell’Alla England Lawn Tennis Club. Con gli early break centrati in entrambi i set, la Wozniacki ha potuto controllare il gioco dell’avversaria, già incontrata e battuta quattro volte prima di oggi. I quattro precedenti erano targati tutti 2009, anno in cui la francese aveva toccato il suo best ranking (n.16), prima di scendere pian piano in classifica fino all’attuale n.96. La francese è giocatrice d’attacco, ma la propensione a cercare sempre il punto la porta a commettere tanti gratuiti. Proprio su questa pecca la Wozniacki si è adagiata per tutto l’arco dell’incontro, limitandosi a rimettere la palla dall’altra parte del campo aspettando l’inevitabile errore della rivale. Nulla di più da dire in un incontro a senso unico, che regala il terzo round alla regina del ranking che ha in Jarmila Gajdosova la sua prossima avversaria.

A meno di 24 ore di distanza dalla sconfitta di Na Li, numero 3 del draw, il torneo femminile di Wimbledon ha perso un’altra protagonista. In 77′ di gioco Vera Zvonareva è stata sbattuta fuori dai Championships da Tsvetana Pironkova, numero 32 del seeding, che è così presa la rivincita della semifinale dello scorso anno (63 62 lo score finale. Siamo dispiaciuti per la dipartita della finalista della scorsa edizione dello Slam verde? Neanche un po’! Anzi, salutiamo con un sospiro di sollievo l’uscita di scena della russa. Di vedere una top player in condizioni così pietose come quelle palesate dalla Zvonareva in questo torneo, ci eravamo davvero stancati. Una confusione imbarazzante, quella di Vera. Della solidità e del bel gioco cui ci aveva abituato, non si è vista traccia in queste tre partite. Le prime delle due, vinte per puro caso. Sia con la Riske che con la Vesnina, la russa non ha mai dato l’impressione di sapere quello che stava facendo. Colpi casuali, nessuna razionalità tattica, momenti di black out nelle fasi decisive di ogni match. Non si può neanche parlare di una prestazione maiuscola di Tsvetana Pironkova, onestissima tennista bulgara che aveva dato segni di gran confidenza nei due precedenti impegni contro la nostra Camila Giorgi e contro Petra Martic, entrambe sconfitte straight sets. E due set facili sono bastati anche nell’incontro di oggi contro la numero 2 del tabellone, fallosa al limite dell’irritazione. Per onor di cronaca, va ricordato che la Zvonareva ha richiesto in più di un’occasione l’intervento del medico, per curare un fastidio alla caviglia. Non sappiamo quanto abbia pesato l’infortunio sulla prestazione della russa. Magari il trauma la costringerà a riposarsi per qualche tempo. Proprio quello che ci vuole, per rimettere insieme i pezzi di un puzzle frantumatosi in quest’ultimo mese di competizioni.

Ha almeno un paio di motivi per sorridere, Venus Williams. Come primo dato positivo, la prestazione “alla vecchia maniera” contro Maria Jose Martinez Sanchez, annichilita con un 60 62 in 61′ d’allenamento. E la seconda notizia positiva per lei è la sconfitta di Vera Zvonareva, che avrebbe dovuto incontrare nell’ottavo di finale. Ma la russa ha pensato bene di farsi strapazzare dalla Pirokova, e dunque sarà la bulgara la prossima avversaria della pentacampionessa di Wimbledon (lo scorso anno Tsvetana vinse contro Venus nei quarti di finale). La quale, come accennatto, ha ritrovato il devastante impatto sulla pallina dopo la paura nel match contro la Date. A ben vedere proprio le velocità e gli schemi della nipponica hanno aiutato l’americana nel suo incontro con la spagnola, altra esponente del gioco al volo. Ma se contro Kimiko, Venus aveva sofferto, contro Maria Jose è stata una passeggiata, perché la Williams non ha mai sofferto i “tagli” e gli attacchi della iberica, passata costantemente durante i 61 minuti di gioco. Di match in partita in partita Venus sta crescendo. Un bene per il suo torneo, un campanello d’allarme per le altre tenniste…

La numero 4 del draw Victoria Azarenka accede agli ottavi di finale (incontrerà la Petrova) grazie alla vittoria ottenuta su Daniela Hantuchova per 63 36 62. Una vittoria sofferta per la bielorussa (la prima, dopo due sconfitte contro la numero 23 del mondo) che ha dovuto fare i conti con la potenza dei colpi della slovacca. Sul punteggio di 2 a 1 del terzo set la partita si è interrotta a causa della pioggia, e ripresa sotto al tetto del Centrale una quarantina di minuti dopo. Un break fondamentale per Victoria, che ha riorganizzato il suo gioco in forte imbarazzo prima dello stop. Nella sezione “indoor” invece, la numero 4 del tabellone ha subito breakkato l’avversaria, amministrando con tranquillità l’incontro fino al match point.

Sedicesimi di finale centrati per Maria Sharapova, n.5 del draw. Nel match posticipato ad oggi dopo i soliti ritardi legati alla pioggia che sta rallentando soprattutto il tabellone femminile, la russa ha sconfitto Laura Robson che, insieme alla Baltacha, era l’ultima rappresentante britannica ancora in gara nello Slam londinese. Da domani gli inglesi dovranno dunque travore nelle straniere le loro beniamine, dato che sia Elena (contro la Peng) sia la wild card Laura, sono state estromesse dal torneo. Sconfitta sì, ma con tanto onore, Laura Robson. Nella cornice del Campo numero 1 e al cospetto di una vincitrice dei Championships la mancina inglese ha giocato il suo miglior tennis, mettendo ripetutamente paura alla Sharapova e entusiasmando il pubblico. Grazie agli ottimi colpi d’anticipo la Robson, che conosce alla perfezione la superficie verde abitando a pochi metri dall’All England Tennis Club, ha fatto match pari contro la numero 6 del mondo. Anzi, nel primo parziale, Laura è stata sempre avanti, arrivando fino al 4-1 prima di subire il ritorno della Sharapova. Il set, rimasto in equilibrio fino al tie break, ha poi preso la strada di Nyagan (7-4). Più semplice il compito di Maria nel secondo set, nel quale la pesantezza della sua palla ha azzerato game dopo game le velleità della Robson, cui va comunque dato atto di averci provato, recuperando un break prima di arrendersi 6-3.

Hanno già inserito il loro nome fra le migliori sedici della 125esima edizione di Wimbledon Yanina Wickmayer (n.19) e Nadia Petrova. In modo molto diverso, perché se la belga è stata autrice di una bella rimonta nel match divertente contro Svetlana Kuznetsova (battuta 46 63 64), la russa si è imposta con facilità su Kateryna Bondarenko, sconfitta 63 62.

Ci ha provato Elena Balthacha a regalare un sorriso al pubblico inglese. La numero 68 del ranking, nata a Kiev ma portacolori della Union Jack, ha fatto partita pari con Shuai Peng (n.20 del tabellone) sul gremito Campo 18 . Dopo aver vinto il primo set con il suo tennis potente, Elena ha subito l’inevitabile ritorno della cinese, impostasi 62 nel secondo parziale. Nella partita decisiva le due tenniste hanno giocato al massimo delle loro potenzialità, fino al 6-5 Peng servizio Baltacha. Nel dodicesimo game l’inglese ha picchiato forte, annullando anche tre match point, ma la cinese ha trovato all’ennesimo vantaggio la palla che l’ha proietta al terzo round della kermesse inglese, dove incontrerà la Czink, carnefice al primo turno della Stosur.

Soffre più del previsto un'ex finalista di Wimbledon, Marion Bartoli, che paga dazio ad un inizio a lenta carburazione, che consente alla spagnola Dominguez Lino di assicurarsi il primo set. La Bartoli, però, riesce a raddrizzare le sorti del match, conquistando i rimanenti parziali per 75 62. La transalpina sarà l'avversaria negli ottavi di una Flavia Pennetta in crescita di condizione e che non parte affatto battuta, contro una Bartoli quest'oggi tutt'altro che trascendentale.

Venerdì 24 giugno 2011 - Risultati di 3° turno:

(32) Tsvetana Pironkova (BUL) d. (2) Vera Zvonareva (RUS) 62 63
(4) Victoria Azarenka (BLR) d. (25) Daniela Hantuchova (SVK) 63 36 62
(8) Petra Kvitova (CZE) d. (29) Roberta Vinci (ITA) 63 63
Ksenia Pervak (RUS) d. (11) Andrea Petkovic (GER) 64 76(2)
(19) Yanina Wickmayer (BEL) d. (12) Svetlana Kuznetsova (RUS) 46 63 64
(23) Venus Williams (USA) d. María José Martínez Sánchez (ESP) 60 62
Nadia Petrova (RUS) d. Kateryna Bondarenko (UKR) 63 62

Risultati di 2° turno:
(1) Caroline Wozniacki (DEN) d. Virginie Razzano (FRA) 61 63
(5) Maria Sharapova (RUS) d. (WC) Laura Robson (GBR) 76(4) 63
(9) Marion Bartoli (FRA) d. Lourdes Domínguez Lino (ESP) 46 75 62
(20) Shuai Peng (CHN) d. Elena Baltacha (GBR) 46 62 75

Risultati di 2° turno di doppio:
(3) Huber/Raymond (USA/USA) d. (Q) U.Radwanska/Ar.Rodionova (POL/RUS) 61 60
(4) Mirza/Vesnina (IND/RUS) d. Voracova/Voskoboeva (CZE/KAZ) 63 57 64

Risultati di 1° turno:
(6) Petrova/An.Rodionova (RUS/AUS) d. Begu/Czink (ROU/HUN) 61 62
Jans/Rosolska (POL/POL) d. (7) Hlavackova/Hradecka (CZE/CZE) 62 16 64
(12) Chan/Niculescu (TPE/ROU) d. Brianti/Daniilidou (ITA/GRE) 64 16 61
Kops-Jones/Spears (USA/USA) d. Larsson/Woehr (SWE/GER) 75 62
Grandin/Uhlirova (RSA/CZE) d. Marino/Senoglu (CAN/TUR) 63 62
Kerber/McHale (GER/USA) d. (LL) Lertcheewakarn/Moore (THA/AUS) 62 64
Dushevina/Makarova (RUS/RUS) d. Diatchenko/Kondratieva (RUS/RUS) 36 62 60
Barrois/Groenefeld (GER/GER) d. Dellacqua/Stubbs (AUS/AUS) 63 76(2)
Llagostera Vives/Parra Santonja (ESP/ESP) d. Savchuk/Sevastova (UKR/LAT) 63 30 ritiro
Gajdosova/Zakopalova (AUS/CZE) d. Johansson/Parmentier (FRA/FRA) 64 75
Lisicki/Stosur (GER/AUS) d. Jankovic/Pavlyuchenkova (SRB/RUS) 63 61
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Post  poseidon Sun 26 Jun 2011 - 8:52

SABATO 25 GIUGNO

Gol sbagliato, gol subito. Il vecchio adagio del mondo del calcio esprime in pochissime parole quella che è stata la partita di terzo turno della nostra Flavia Pennetta contro la numero 9 del mondo, Marion Bartoli. Si è imposta la giocatrice francese, dopo circa 3 ore e 15 minuti di gioco, col punteggio di 57 64 97. Non inganni però lo score, la gara poteva finire ben prima. Flavia è stata infatti avanti di un break nel corso del secondo parziale, per due volte anche nel terzo, dove ha tra l’altro servito per il match. Ad andare avanti è stata però la giocatrice transalpina, non propriamente un esempio di stile in campo, vuoi per i movimenti goffi e macchinosi, vuoi per la caratteristica di colpire sia col dritto sia col rovescio a due mani, vuoi per le fastidiosa urla di esultanza, anche e soprattutto sugli errori avversari. Avvio del match era stato piuttosto regolare , almeno fino al quarto gioco quando la francese si è portata avanti sino al 15-40, mettendo paura alla tennista italiana. Flavia tuttavia ha però reagito prontamente mettendo a segno due ace di fila e riportando la situazione in parità. Questo però non è bastato a pareggiare i conti e l’azzurra è stata costretta a lottare fino in fondo per salvare il game, prima con una palla corta , poi con un rovescio lungo linea ed infine con un ace. Lo scambio è diventato poi un gioco infinito, in cui nessuna delle due sembrava capace di risolvere il bandolo della matassa, tra errori non forzati e vincenti messi a segno. Alla fine ci sono voluti oltre 10 minuti di gioco e due vincenti di Flavia per pareggiare i conti sul 2 a 2 e passare al capitolo successivo. La tensione anche nel proseguimento è rimasta comunque alta, con le due giocatrici che non si sono lasciate spazi ed hanno cercato vincenti lungo tutti gli angoli del campo. Una palla finita a rete della Bartoli ha regalato poi alla Pennetta la possibilità di un break point, giunto prontamente sulla seconda risposta della francese finita di poco oltre la linea di fondo campo. Il vantaggio ha portato con se un doppio risultato, sicuramente un passo in avanti per la Pennetta , che nel mentre è salita di livello diventando più penetrante, e dall’altro ha ben innervosito la Bartoli che ha iniziato a sbagliare maggiormente le risposte per un facile 4-2 a favore della brindisina. Tra la caparbietà della francese, e un po’ di sfortuna per Flavia (con un paio di palle finite sul nastro), la situazione è poi tornata in equilibrio sul 4-4. Lo sguardo della francese era di quelli che non perdonano, ma Flavia rimanendo calma e variando maggiormente il gioco, con palle che sono state dirette nelle varie aree del campo, è riuscita a realizzare subito il controbreak, trovandosi così tra le mani la possibilità di servire per il primo set. L’appuntamento con il set è però rimandato al round successivo, visto che la Bartoli non mostrando alcuna intenzione di arrendersi, nell’occasione ha effettuato un ulteriore break, tuttavia una Pennetta d’attacco ha subito risposto mettendo a segno un ulteriore controbreak. La situazione è sembrata complicarsi anche nell’ultimo game, con la Bartoli che si era portata avanti sino allo 0-40, ma mantenendo i nervi saldi Flavia ha risalito la china e chiuso a suo vantaggio il primo set 7-5. Anche l’avvio del secondo set è proseguito con gli stessi ritmi, con la francese che ha cercato costantemente il break, nervosa e stizzita con il pubblico. Ma la rottura è stata alla fine firmata dall’italiana che, dopo un altro game “consumato” ai vantaggi, si è portata avanti 3-2 nel secondo set. La Bartoli ha recuperato subito lo svantaggio, fino a portarsi avanti 4-3 mantenendo il turno successivo di battuta: la partita di per sé è stata molto nervosa ma in qualche modo equilibrata, con le percentuali delle due giocatrici che si sono quasi equivalse, con la prima di servizio della francese leggermente più incisiva di quella dell’italiana (56% vs 51%). Alla fine il break decisivo è arrivato proprio nel decimo gioco, quando recuperando lo svantaggio iniziale la Bartoli ha portato a casa il servizio della Pennetta chiudendo così la second frazione 6-4 a suo vantaggio. L’ultimo e decisivo set di apre a vantaggio della Pennetta che nel terzo gioco brekka la Bartoli per portarsi sul 2-1. Il match è un continuo sali/scendi tra break e contro break, l’ultimo conquistato da Flavia per il 4-3. La brindisina è poi riuscita a mantenere il proprio servizio salendo sul 5-3. La chiusura del match sembrava essere a portata di mano per l’italiana, ma l’epilogo della partita tra la Pennetta è la Bartoli è stato un qualcosa di decisamente lungo e cinematograficamente drammatico, con opportunità perse e sprecate ambo le parti. Il massimo della drammaticità è stato vissuto sul 14esimo gioco, quando la Bartoli si è trovata più volte con la palla per chiudere il match a portata di mano: dieci minuti vissuti sul filo della tensione, con sguardi e urla da thrilling. Una palla finita in rete ha tolto poi l’opportunità di un break importantissimo alla Pennetta, sconsolata la brindisina è caduta ginocchia a terra per cercare di riprendere forza, coraggio e idee in vista del game successivo. Il vento è però poi girato però dalla parte contraria e infine un doppio fallo finale della brindisina ha regalato vittoria e il passaggio del turno alla francese dopo oltre 3 ore di gioco. Peccato davvero, Flavia rimanda la sua 15esima vittoria in carriera a Wimbledon, e non riesce ad eguagliare i risultati del 2005 e 2006, quando perse agli ottavi di finale, rispettivamente contro Mary Pierce e Maria Sharapova. Prosegue, con molta fatica, la corsa di Marion Bartoli, finalista nel 2007 e detentrice tra l’altro del recente torneo di Eastbourne. Una giocatrice, ripetiamo, non proprio bellissima da vedere in campo, ma tremendamente efficace. Specie quando non si sfruttano le occasioni avute.

Francesca Schiavone è uscita di scena dal torneo di Wimbledon e così anche l'ultima rappresentante italiana del nostro tennis è stata eliminata. A sconfiggerla è stata Tamira Paszek, dopo un match interminabile e conclusosi soltanto per 36 64 11-9. Per la milanese un ko pienamente meritato al culmine di una sfida ricca di errori, soprattutto nei primi due parziali, e di occasioni gettate al vento. Tra l'altro il tabellone, dopo il ko di Andrea Petkovic, era anche decisamente invitante: la prossima sfidante dell'austriaca sarà infatti la russa Ksenia Pervak. Partenza schock per la milanese che al primo gioco ha già smarrito la battuta, salvo poi rifarsi sotto nel game seguente issandosi sullo 0-40. A questo punto Francesca ha praticamente smesso di giocare dando vita ad una serie di errori degni di un film horror. Le tre palle breaks consecutive sono così scivolate via banalmente a seguito di due erroracci di rovescio, finiti in rete, e di un diritto ampiamente largo. Dopo l'ennesimo errore gratuito è stata tuttavia l'austriaca a rimettere in corsa la milanese commettendo un doppio fallo sulla palla game e poi addirittura un altro sulla quarta palla break in favore della nostra giocatrice che è così, nonostante un avvio di gara disastroso, tornata subito in parità sull'1-1. Anche il terzo game non è poi iniziato nel modo migliore con una sequenza di gratuiti da ambe le parti. Sul quaranta pari per fortuna sia Francesca che Tamira hanno finalmente iniziato a mostrare le proprie doti e così gli spettatori hanno potuto ammirare prima una grande volèe dell'azzurra e poi un passante vincente della Paszek, prima che l'allieva di Barazzutti incamerasse il game con due punti di fila. Una volta sotto per 1-3 la giocatrice austriaca non si è però smarrita e grazie ad una Schiavone decisamente generosa è potuta tornare in parità sul 3-3. Decisivo poi l'ottavo game, nel quale ancora una volta la Paszek ha servito male e soprattutto piazzato un doppio fallo proprio sul breakpoint. Sul 5/3 e servizio la Leonessa non ha poi tremato e dopo 45 minuti di gioco ha portato a casa il primo set. La seconda frazione è iniziata in maniera speculare rispetto alla prima visto che questa volta è stata la Schiavone a volare immediatamente sull'1-0 e servizio, per poi farsi puntualmente controbreccare. Nel secondo game la numero 7 del ranking Wta è infatti scivolata subito sul 15/30, prima di arrendersi ad un grande attacco da fondocampo della sfidante, poi abilissima a concretizzare l'occasione senza esitazioni. Le due giocatrici hanno poi mantenuto abbastanza comodamente i rispettivi turni di servizio sino al 6/3 2*/3 ovvero sino a quando Tamira è stata ad un passo dal break, forse decisivo. Nel sesto game la Schiavo ha infatti fatto e disfatto prima di portare a casa un game estenuante, con tanto di tre breakpoints annullati. Il primo, sul 30/40, la lombarda lo ha annullato con un coraggioso serve and volley, mentre il secondo grazie ad un diritto vincente. Sulla situazione di parità l'azzurra ha poi commesso un doppio fallo, per poi salvarsi ancora una volta con lo schema servizio e smash a rete. Fortunatamente due buone prime le hanno poi permesso di agguantare un sospirato 3 a 3. Scoraggiata per le chances sciupate la Paszek è poi incappata in un brutto turno di servizio e ha così puntualmente perso la battuta, a 30, dopo aver annullato una prima palla break sul 15/40 con un ace, il secondo da inizio match. Le sorprese (decisamente spiacevoli e poco gradite) di questo match non sono però terminate qui visto che ancora una volta l'italiana ha puntualmente sbagliato troppo e ceduto il servizio, regalando un insperato controbreak all'austriaca. Questa, issatasi immediatamente sullo 0-30, ha prima sofferto il ritorno dell'azzurra, brava a piazzare tre punti di fila, e poi beneficiato dei soliti gratuiti della recente finalista del Roland Garros, giustamente punita con il controbreak. Il momento di confusione totale è poi tristemente proseguito sino al decimo game, dove l'azzurra è stata ancora breccata a 30, dopo aver annullato il primo setpoint con un gran servizio. Emblematico il punto dello 0-30, letteralmente regalato all'avversaria con una smorzata senza senso e ampiamente in corridoio. Non è andata meglio poi nel terzo e ultimo set, che ha di nuovo visto una Schiavone fallosa e pronta a capitollare alla prima occasione. Priva di gioco e con le idee offuscate Francesca è infatti scivolata immediatamente sotto di un break, sullo 0-2, dopo essersi fatta per l'ennesima volta strappare la battuta, a 15 addirittura. Sullo 0/3 la Schiavone ha poi portato a casa un turno di servizio delicatissimo, ai vantaggi, per poi piazzare a sorpresa il controbreak, grazie ad una smorzata deliziosa. A questo punto la pioggia e l'inevitabile rinvio. Alla ripresa del gioco, sul campo 12, subito dopo la sconfitta di Flavia Pennetta, le sorti dell'ultima azzurra in gara parevano disperate. Nel primo game odierno la milanese ha infatti ceduto immediatamente il servizio, ai vantaggi, ed è così stata costretta ad inseguire sin dalle prime battute. Sotto per 2/4* 15/40* nel terzo e decisivo parziale Francesca ha però finalmente ingranato la marcia e grazie a tre punti consecutivi si è trovata a disposizione una invitante palla del controbreak. Peccato però che la Paszek sia stata pronta a piazzare un gran vincente di diritto proprio sul breakpoint, salvo poi concedere una nuova occasione alla nostra portacolori, questa volta vanificata da un errore gratuito della tennista nostrana. La terza occasione è tuttavia risultata decisiva. Nell'ottavo gioco, senza la minima sbavatura, la Schiavone ha poi tenuto a 15 il servizio regalandosi un 4/4 insperato fino a pochi minuti prima. Sulle ali dell'entusiasmo la numero 7 del mondo si è poi procurata due breakpoints consecutivi nel game seguente, dopo essere stata 0/30, ma in entrambe le circostanze Tamira è stata impeccabile e a suon di vincenti ha evitato il tracollo. Per fortuna la stessa austriaca ha poi incredibilmente fallito una occasione enorme nel game successivo. Sul 30/30 questa ha infatti malamente gettato in rete una comoda volèe, che le sarebbe valsa il matchpoint. Nonostante qualche patema di troppo l'italiana ha potuto così impattare sul 5/5. Nel dodicesimo game l'austriaca, avanti 0/30 alla risposta, è nuovamente giunta vicinissima all'impresa ma questa volta la Leonessa ha attaccato a tutta, scegliendo spesso e volentieri la via della rete, e con quattro punti di fila ha mantenuto la battuta. Anche nel turno di battuta seguente l'azzurra è stata costretta ai vantaggi, dopo essersi fatta rimontare da 40/15 a 40/40, ma ancora una volta senza concedere palle match ha tenuto il servizio. Sul 7/7 la vincitrice del Roland Garros 2010 ha poi sapientemente breccato l'avversaria, alla quinta palla a disposizione, grazie ad un provvidenziale doppio fallo di quest'ultima, bravissima invece in precedenza a fare i miracoli nei momenti critici. Davvero encomiabile però a questo punto la Paszek, abilissima a non arrendersi e a siglare l'immediato controbreak, alla terza occasione e dopo una bella rimonta azzurra da 15/40 a 40/40. Assurdi poi i due games seguenti con Francesca di nuovo brava a breccare la sfidante, a 15, e poi puntualmente incapace di chiudere i conti a seguito di un controbreak addirittura a 0. Gli ultimi due games sono poi interamente di stampo austriaco e così alla prima occasione la Paszek ha archiviato la pratica per 11-9 dopo 3 ore e 41 minuti di gioco. Decisivo l'ennesimo erroraccio della Schiavone sul 30-40 del ventiduesimo gioco.

Continua il cammino di Maria Sharapova, impegnata oggi nel terzo turno a Wimbledon. La bella siberiana, testa di serie numero 5 del tabellone, ha eliminato la ceca Klara Zakopalova con il seguente punteggio: 62 63. Masha ha vinto facilmente il primo set mentre si è un po’ distratta nel secondo parziale dove è stata sotto di un break. Al prossimo turno attende Shuai Peng. Dopo aver infranto il sogno della beniamina locale Laura Robson, Maria Sharapova è scesa in campo alle ore 13 contro Klara Zakopalova, ex Koukalova prima che convolasse a nozze e prendesse in dote il cognome del marito. La ceca dalla coda biondo platino è numero 35 del mondo, non ha mai vinto un torneo Wta anche se sull’erba si adatta discretamente (l’anno scorso raggiunse gli ottavi a Wimbledon, suo best result negli Slam): corre tantissimo, serve pianino, tiene bene nel palleggio ma non ha varianti nel suo gioco e, sul ritmo, era prevedibile che una Masha pur non brillantissima ne uscisse vincente. Sul campo numero 2, il famigerato “cimitero dei campioni” perché teatro in passato di clamorose eliminazioni, si registrano tre break nei primi quattro giochi che portano la bella siberiana a condurre 4-1. Nel sesto gioco la Zakopalova tiene il servizio per la prima e unica volta nel set ma il parziale è ormai compromesso e la Sharapova se lo aggiudica 6-2 grazie soprattutto al servizio (75% di punti sulla prima per la russa contro il 48% della ceca), mentre ha regnato l’equilibrio da fondocampo (8 vincenti a testa e un errore gratuito in più per la Zakopalova). La russa non è certo nella sua giornata migliore tant’è che nel terzo gioco del secondo set regala il break alla sua avversaria con uno sciagurato doppio fallo. Fallosa e visibilmente delusa dal suo gioco, la Sharapova sciupa due ghiotte palle break nel sesto gioco ma ci pensa la Zakopalova a riportarla gentilmente in partita: 3-3. Con un un game aggressivo in risposta la russa ottiene un nuovo break nell’ottavo game che la porta a servire per il match sul 5-3: annullata un’ultima palla break, Maria chiude il match con un dritto lungolinea vincente dopo circa un’ora e mezza di gioco. Una Sharapova (21 errori gratuiti in totale) che va comunque rivista, specie contro avversarie di maggiore caratura.

Anche Caroline Wozniacki accede agli ottavi di finale. La numero 1 del mondo ha piegato Jarmila Gajdosova (ex Groth, altro caso di giocatrice che ha cambiato cognome dopo le nozze) con un rapido 6-3 6-2 in un’ora di gioco. La danese ha confermato la sua proverbiale solidità: pochissimi errori gratuiti (appena 5), ottimo rendimento al servizio (89% di punti con la prima) e alta concentrazione per tutta la partita. Un break nel primo set e due nel secondo sono stati sufficienti alla Wozniacki per sconfiggere l’australiana, che ha comunque tirato più vincenti (25 contro 15 della danese) mostrando sprazzi di bel tennis. Al prossimo turno Caroline troverà la Cibulkova: riuscirà finalmente la danese a raggiungere i quarti di finale ai Championships?

Ha dovuto sudare solo leggermente di più la russa, vincitrice a Londra nel 2004 a soli 17 anni. Nonostante il punteggio sia analogo a quello della Wozniacki, la Sharapova è stata costretta a recuperare un break di svantaggio nel secondo parziale contro la ceca Klara Zakopalova, che l'anno scorso eliminò a sorpresa la nostra Pennetta.

Saluta Wimbledon invece la tedesca Julia Goerges, sconfitta in tre set da Dominika Cibulkova. Da segnalare infine il fatto che il tennis cinese non vive di sola Li, visto che Shuai Peng a superato il terzo turno sconfiggendo la giustiziera della Stosur, Melinda Czink, per 62 76(5).

La sorpresa più grande però, si consuma sul campo 18, dove Ana Ivanovic soccombe sotto i colpi di Petra Cetskova, numero 81 del mondo ed autentica rivelazione dei Championship 2011. La potente ceca, che nel corso del match non ha concesso nemmeno l'ombra di una palla break, si è imposta per 6-2 7-6(0). Dopo Agnieska Radwanska, che è stata però interrotta dalla pioggia nel momento in cui si apprestava a servire per il match, un'altra top player si deve inchinare alla furia della 26enne di Prostejov, tennista dal buon passato (è stata numero 49, con un ottavo a Parigi nel 2008), ma di cui non si sentiva parlare da tanto tempo, anche se la sua risalita è iniziata dall'inizio dell'anno, almeno a livello di circuito minore, visto che sono ben 61 le posizioni del ranking scalate in questa stagione. Al prossimo turno inoltre non è chiusissima (Lisicki o Doi) e la sua favola potrebbe anche continuare.

Sabato 25 giugno 2011 - Risultati di 3° turno:

(1) Caroline Wozniacki (DEN) d. (27) Jarmila Gajdosova (AUS) 63 62
(5) Maria Sharapova (RUS) d. Klara Zakopalova (CZE) 62 63
Tamira Paszek (AUT) d. (6) Francesca Schiavone (ITA) 36 64 119
(7) Serena Williams (USA) d. (26) Maria Kirilenko (RUS) 63 62
(9) Marion Bartoli (FRA) d. (21) Flavia Pennetta (ITA) 57 64 97
(24) Dominika Cibulkova (SVK) d. (16) Julia Goerges (GER) 64 16 63
Petra Cetkovska (CZE) d. (18) Ana Ivanovic (SRB) 62 76(0)
(20) Shuai Peng (CHN) d. Melinda Czink (HUN) 62 76(5)
(WC) Sabine Lisicki (GER) d. (Q) Misaki Doi (JPN) 64 62

Risultati di 2° turno di doppio:
(10) Benesova/Zahlavova Strycova (CZE/CZE) d. Barrois/Groenefeld (GER/GER) 57 75 64
Dushevina/Makarova (RUS/RUS) d. (11) Medina Garrigues/Martínez Sánchez (ESP/ESP) 63 64
(LL) Erakovic/Tanasugarn (NZL/THA) d. Jans/Rosolska (POL/POL) 36 62 63

Risultati di 1° turno:
(5) Mattek-Sands/Shaughnessy (USA/USA) d. Domínguez Lino/Pous-Tio (ESP/ESP) 76(1) 75
(8) Peng/Zheng (CHN/CHN) d. Amanmuradova/Panova (UZB/RUS) 46 64 63
Pironkova/Scheepers (BUL/RSA) d. (9) Goerges/Kirilenko (GER/RUS) 62 57 64
(13) Hantuchova/Radwanska (SVK/POL) d. Klemenschits/Paszek (AUT/AUT) 63 62
(16) Govortsova/Kudryavtseva (BLR/RUS) d. (WC) Keothavong/Robson (GBR/GBR) 75 62
Errani/Vinci (ITA/ITA) d. (Q) Aoyama/Fujiwara (JPN/JPN) 36 62 63
Date-Krumm/Zhang (JPN/CHN) d. Schiavone/Pennetta (ITA/ITA) 63 26 64
(LL) Lefèvre/Rodina (FRA/RUS) d. (WC) Rae/Watson (GBR/GBR) 64 64
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Post  poseidon Wed 29 Jun 2011 - 7:52

LUNEDI 27 GIUGNO

La seconda settimana di Wimbledon 2011 si apre con la caduta di Serena Williams, detentrice del titolo, che sul campo n.1 vede svanire i suoi propositi per una nuova vittoria. Marion Bartoli, n.9 del torneo, dopo aver rischiato l’eliminazione contro la nostra Flavia Pennetta, dimostra che sull’erba ci sa fare, sfruttando a pieno le sue armi. Una Williams ancora a mezzo servizio, mette troppo a suo agio la francese, che grazie ad una straordinaria solidità da fondo vince 63 76, ritornando nei quarti dopo 4 anni. Le difficoltà emerse nei primi due turni, sembravano finalmente svanite per Serena, che nel 3° aveva spazzato via Maria Kirilenko. A materializzare i nuovi incubi ci ha pensato però Marion Bartoli, ex finalista contro Venus nel 2007, che si è aggiudicata il primo confronto su 3 sfide dirette. La regolarità della francese, mette subito in crisi le certezza dell’ex n.1 del mondo, che non riesce a sfruttare una delle sua armi migliori: la risposta. Marion spinge parecchio al servizio, proponendosi con autorità su ogni singolo scambio. La profondità della Bartoli, costringe Serena a sparacchiare un paio di dritti nel 6° game, che regalano alla transalpina le prime due palle break del set. Una risposta micidiale, lancia la francese sul 4-2, confermando il break poco dopo a 0. La Bartoli potrebbe gia chiudese sul 5-2, ma serena rimanda l’agonia al game successivo, dove rischia di rimettersi in carreggiata. Trema infatti la francese, che in un game durissimo concede 3 occasioni alla statunitense. Con tre servizi eccellenti, Marion annulla l’assalto americano, incassando il primo set per 6-3. Il secondo parziale vede un predominio quasi assoluto dei servizi, in cui entrambe riescono a fare la differenza sia con la prima che con la seconda. Ruolino di marcia impeccabile per entrambe, che fino al 5-5, lasciano le briciole alla rispettiva avversaria, non lesinando ace e colpi vincenti che esaltano il pubblico presente. Serena tiene bene da fondo, anche se fatica a far spostare la sua avversaria, brava invece a spingere con continuità da ferma. A tratti la francese è inarrestabile, riuscendo spesso a sfondare appena ne ha la possibilità. Al primo game infelice al servizio, Serena paga dazio, subendo l’aggressività della Bartolì, che con due splendide risposte strappa il break garantendosi di andare a servire per il match sul 6-5. Sul 40-15 sembra fatta per la transalpina, che sul più bello si fa ipnotizzare da Serena. L’americana tira fuori il meglio di se, e in maniera magistrale annulla 3 match point, garantendosi il tiè-break sul 6-6. La Bartoli regge benissimo la tensione, e in un tie-break bellissimo, lotta punto a punto, senza alcun timore reverenziale. Il livello si alza parecchio, come il numero dei vincenti e le due giocatrici si giocano tutto fino alla fine. Un ace regala alla francese il 4° match point sul 6-5, ma Serena risponde con la stessa moneta,(6-6). Marion ci crede, e una risposta eccellente mette in crisi l’americana, che nello scambio affossa un rovescio in rete regalando alla francese la 5° palla match. Per la prima volta con il servizio a disposizione, Marion piazza una prima micidiale che Serena può solo toccare, liberando finalmente la sua gioia immensa.

Totalmente senza storia invece il secondo match sul Centrale tra la bulgara Pironkova e la maggiore delle sorelle, Venus. Mentre Serena, nonostante la sua situazione, è riuscita a giocarsela grazie alla grandissima forza mentale che la caratterizza riuscendo quasi a capovolgere il match, la mancanza di forma di Venus è solo propedeutica ad una forma di insicurezza che la porta a sbagliare e a raccogliere 5 soli games contro un'avversaria di calibro e di palmarès totalmente inferiore. Si ripete così il risultato dello scorso anno, dove però la partita aveva avuto esito nei quarti. Evidentemente la Pironkova trova smalto in sole due settimane durante l'anno e caso volle che queste due settimane siano proprio quelle del torneo più importante del mondo: un gioco spumeggiante, condito da un ottimo servizio ha infatti caratterizzato il match della bulgara, in grado di mettere in difficoltà Venus fin dai primi scambi, per operare un parziale di 4 giochi consecutivi a partire dal 2-2 e aggiudicarsi il parziale per 6-2 in soli 29minuti. Ci si aspetta almeno un minimo di reazione della maggiore, vuoi per l'esperienza, vuoi per il gioco inespresso che ha, fino ad ora, caratterizzato i suoi match. Evidentemente non è giornata: anche nel secondo parziale la musica non cambia: la Pironkova si porta di slancio avanti per 3-1, prima di sentire lievemente il braccino e subire il contro-break sul 3-2. Ma la Williams non è in partita: cede nuovamente il servizio e permette alla bulgara di disporre a proprio piacimento della conduzione del match. Da lì la partita finisce: vengono mantenuti i servizi e la Pironkova chiude parziale e incontro sul 6-3. Ora per la bulgara ci sarà da affrontare l'ostacolo rappresentato dalla ceca Kvitova, che si è sbarazzata della Wickmayer. Contro la ceca, in forte ascesa, Tsvetana parte decisamente sfavorita soprattutto per la differenza di peso della pallina tra le due giocatrici ma chissà che le due settimane da sogno, non lo siano fino alla finale di sabato. E' la prima volta dal 2006 che una delle due sorelle non porterà a casa il trofeo del torneo londinese e, nella stessa giornata, Wimbledon perde ben 9 trofei, ripartiti adeguatamente tra le due sorelle. Ci si aspettava forse troppo dalle due sorelle, benchè esse si fregiassero della fama di esser dominatrici del circuito: in uno sport diventato ormai così agonistico, con il solo talento non si percorre molta strada e i mesi di inattività dai campi hanno fatto sicuramente sentire il loro peso (da Wimbledon 2010 per Serena, Australian Open 2011 per Venus).

Evidentemente c'è da aspettare ancora un altro anno (per Wimbledon) o altri due mesi per vincere un altro Slam. Lo Slam londinese si dimostra, come gli altri, un tabù per la numero 1 del mondo, che esce in modo inaspettato per mano della slovacca Cibulkova dopo aver dominato il primo set e aver dato l'impressione di poter facilmente disporre dell'avversaria. La slovacca, mai spintasi oltre il terzo turno sui prati inglesi, l’ha presa a pallate dal secondo set in poi. Rinascendo come una Fenice dalle ceneri di una prima frazione di gara anonima e fallosa, Dominika ha cominciato a macinare gioco con un dritto devastante. Centrata con il corpo e sempre in possesso del ritmo del palleggio, la numero 24 del seeding ha fatto correre come una matta la regina del ranking, chiudendo il secondo set dopo aver fallito tre chance. Nell’ultima partita chi si aspettava un colpo di coda di Caroline è rimasto deluso, perché il gioco l’ha continuato a gestire la piccola slovacca (appena 160 cm d’altezza) che, pur andando a intermittenza con il servizio, ha sempre picchiato sulla palla. Benchè i precedenti recitassero un netto 6-2 a favore della danese, oggi la situazione è stata capovolta con una Cibulkova molto più incisiva negli scambi da fondo che si è proposta come conduttrice unica del gioco, assumendosi onori e oneri della situazione. Negli ultimi due parziali la lotta si fa più aspra ma è la sfavorita a far prevalere le sue ragioni e a domare la danese nel momento in cui invece la numero 1 doveva dare la definitiva spallata per portare a casa il match. Evidentemente la Wozniacki è numero 1 de iure ma non de factu e questo si vede nell'idiosincrasia cronica a portare a casa uno Slam. Come detto, dopo il 6-1 del primo parziale la partita è combatuttissima e le due giocatrici arrivano al tie break, dove però la Cibulkova martella da fondo campo e approfitta di qualche errore concessole gentilmente dall'avversaria per portare a casa il tiebreak per 7-5. A decidere la partita è quindi l'ultimo set dove la slovacca si porta avanti 3-2 prima di esser di nuovo riagguantata per mantenere la situazione fino al 6-5, dove la Cibulkova mette la freccia ed opera il decisivo sorpasso che le permette di portare a casa match e set e di mettere nel palmarès la vittoria sicuramente più importante della carriera in un palcoscenico così adeguato come può esser Wimbledon. Ora, ad aspettarla, ci sarà la Sharapova, più che mai lanciata verso la vittoria finale dopo le uscite della Wozniacki e delle sorelle Williams. Chissà però che, dopo Goerges e Wozniacki, non sia proprio la bella russa la vittima da stanare per la piccola slovacca.

Dopo la paura contro Daniela Hantuchova, l’ottavo di finale non ha presentato insidie per Victoria Azarenza, numero 4 del tabellone. Poco più di un’ora di allenamento per la bielorussa, che ha dominato la scena su Nadia Petrova, spettatrice non pagante sul Campo 3. Con gliearly break sia nel primo che nel secondo set Victoria ha messo in cassaforte il quinto match in carriera contro la russa (2 a 2 prima di oggi, con posta spartita anche nei due precedenti a Wimbledon). Tanti gli errori del carrarmato Petrova che, seppur dotata di un tennis molto potente, oggi ha sbagliato davvero tanto nei rallies, mentre dall’altra parte della rete la numero 4 del tabellone è stata sempre padrona degli scambi.

Tutto semplice anche per la Sharapova, che stenta nel primo set fino al 4-4 prima di dilagare poi nel secondo set con un inquietante 6-2. Anche la russa rispetta dunque il pronostico che la vedeva nettamente favorita per avere la meglio sulla gracilina cinese, letteralmente sommersa dai colpi di rimbalzo della Sharapova, che sembra finalmente ritornata sui livelli che le competono e sta sicuramente rinvigorendo le casse degli scommettitori della vigilia che la vedevano nella ristretta cerchia delle favorite. Partita molto di sostanza della bella Maria, che ha limitato anche i doppi falli che ne avevano quasi compromesso il match, nel turno precedente, contro la baby di casa Robson. Per accedere alla semifinale la Sharapova dovrà sbrogliare la probabile matassa della Wozniacki, alla ricerca del primo Slam della carriera.

Non si ferma più Sabine Lisicki. Dopo le lacrime di dolore agli ultimi French Open (si infortunò sul 52 in suo favore nel terzo set contro la Zvonareva) la tedesca è passata a quelle di gioia dopo il match perfetto contro Na Li. Da lì in poi per la numero 62 del ranking (best nel 2009 alla 22esima posizione) è cominciato un nuovo torneo. Sgretolata la Doi al terzo turno e annichilita Petra Cetkovska quest’oggi. La ceca però, non ha fatto la sparring partner, almeno nel primo set in cui, grazie al servizio e ad una buona profondità di colpi, ha costretto la Lisicki al tie break. Terminato il primo parziale si è di fatto chiuso l’incontro, con Sabine che in 24 minuti ha sbrigato la pratica con il solito servizio bomba (8 gli ace) e con una solidità segno di una sempre maggior confidenza.

Sguardo da killer e zero punti deboli. Lo abbiamo già scritto a proposito di Petra Kvitova. E se continuerà a proporre questo tennis, continueremo a scriverlo fino a sabato prossimo. Le ceca fa paura anche a chi ammira le sue partite. Gli occhi di ghiaccio fanno trasparire solo la concentrazione che questa tennista ha durante i suoi incontri. Ci può essere chiunque, dall’altra parte della rete. A lei non interessa. Lei chiude il match con il 94% di punti con la prima (ma è stato 100% per tutto il primo set) attacca quando altre tenniste si difenderebbero, lascia le briciole. La Wickmayer, simile nel gioco e nei tratti somatici, fa però la parte della comparsa nei 45 minuti (!) di non gara. Petra avanza, attenzione a Petra.

Era l’ottavo meno nobile della gioranta. Sul Campo 14 si affrontavano due tenniste mai giunte fino ai quarti dello Slam verde (in realtà la Pevak era alla prima apparizione a Londra). Ne è uscito un match giocato più sui nervi che su enormi potenzialità tecnico-tattico e risolto dalla carnefice della Schiavone con lo score di 62 26 63. Soprattutto nel parziale decisivo le due hanno dato tutto quello che avevano (anche qualcosa in più, dato che entrambe hanno richiesto il medical time ut per riprendere un po’ di fiato in più). Sul 4-3 per l’austriaca (era dai tempi di Barbara Schett che una tennista “asburgica” non arrivava ai quarti di uno Slam) la Pervak ha avuto 4 palle break per rimettere in parità il set, ma non è riuscita ad approfittarne, regalando così nuova linfa a Tamira, vincente per 63.

Lunedì 27 giugno 2011 - Risultati di ottavi di finale:

(24) Dominika Cibulkova (SVK) d. (1) Caroline Wozniacki (DEN) 16 76(5) 75
(4) Victoria Azarenka (BLR) d. Nadia Petrova (RUS) 62 62
(5) Maria Sharapova (RUS) d. (20) Shuai Peng (CHN) 64 62
(9) Marion Bartoli (FRA) d. (7) Serena Williams (USA) 63 76(6)
(8) Petra Kvitova (CZE) d. (19) Yanina Wickmayer (BEL) 60 62
(32) Tsvetana Pironkova (BUL) d. (23) Venus Williams (USA) 62 63
Tamira Paszek (AUT) d. Ksenia Pervak (RUS) 62 26 63
(WC) Sabine Lisicki (GER) d. Petra Cetkovska (CZE) 76(3) 61

Risultato di 3° turno di doppio:
(LL) Erakovic/Tanasugarn (NZL/THA) d. (10) Benesova/Zahlavova Strycova (CZE/CZE) 62 61

Risultati di 2° turno:
Lisicki/Stosur (GER/AUS) d. (1) King/Shvedova (USA/KAZ) 64 63
(2) Peschke/Srebotnik (CZE/SLO) d. Gajdosova/Zakopalova (AUS/CZE) 63 61
Llagostera Vives/Parra Santonja (ESP/ESP) d. (5) Mattek-Sands/Shaughnessy (USA/USA) 36 63 62
(6) Petrova/An.Rodionova (RUS/AUS) d. Ivanovic/Petkovic (SRB/GER) 63 36 61
(8) Peng/Zheng (CHN/CHN) d. Koryttseva/Poutchek (UKR/BLR) 63 67(6) 60
Date-Krumm/Zhang (JPN/CHN) d. (12) Chan/Niculescu (TPE/ROU) 62 64
(13) Hantuchova/A.Radwanska (SVK/POL) d. Grandin/Uhlirova (RSA/CZE) 46 64 64
(14) Black/Peer (ZIM/ISR) d. Kops-Jones/Spears (USA/USA) 62 63
Kerber/McHale (GER/USA) d. (16) Govortsova/Kudryavtseva (BLR/RUS) 26 62 61
Errani/Vinci (ITA/ITA) d. Pironkova/Scheepers (BUL/RSA) 63 61
Cirstea/Morita (ROU/JPN) d. (LL) Lefèvre/Rodina (FRA/RUS) 75 63
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MARTEDI 28 GIUGNO

Sulle orme di Goran Ivanisevic: come il croato edizione 2001, vincitore a sorpresa qui a Wimbledon, anche Sabine Lisicki, titolare di una wild card degli organizzatori, va sempre più avanti nel tabellone: è approdata infatti in semifinale, con una prova generosa contro Marion Bartoli, numero 9 del mondo e finalista a Wimbledon 2007. 64 67 61 lo score finale, in circa 2 ore e 20 di gioco. Eppure, la gara poteva girare ed avere tutto un altro esito, dato che la tedesca (di origine polacca) aveva anche servito per il match nel secondo set, vedendosi annullati 3 match point per poi perdere al tie break. Ma la Bartoli vista oggi non era forse preparata (specie a livello fisico) ad un’avversaria di questo livello, brava a colpire forte da fondo e migliore di lei nelle rare escursioni a rete; ottimo il gioco da fondo per la tedesca, la quale deve solo rammaricarsi di non aver chiuso prima la contesa. In un campo centrale con il tetto chiuso per il temporale quasi tropicale che si abbatte su Londra (da sottolineare il sottofondo musicale dei tuoni e della pioggia che sbatte sul tetto), va in scena una sorta di derby tra due giocatrici seguite entrambe dai genitori come coach. Nei primi tre game si registrano tre break consecutivi, la Lisicki va avanti 2-1 e prende decisamente il comando delle operazioni. Da quel momento la tedesca è inattaccabile al servizio e mette a segno numerosi vincenti con il suo colpo migliore, il diritto. Sul Centrale c’è un’atmosfera particolare: fuori si è scatenato un temporale e a stento si riesce a sentire il punteggio chiamato dal giudice di sedia. La tedesca è sempre più inarrestabile con il dritto, dimostrando anche intelligenza tattica con un sapiente uso della palla corta. Sul 5-3, servizio Bartoli, la tedesca si procura due setpoint che Marion annulla con altrettanti servizio vincenti. Ma il destino del set è solo rimandato: al momento di servire per il set, la Lisicki lascia le briciole all’avversaria e ottiene il 6-4 con un bel rovescio lungolinea. Nel secondo set la situazione sembra cambiare. La Bartoli è più solida e inizia a martellare da fondocampo con violenza. Alla prima opportunità, la francese non perdona: nel quarto game sfrutta un dritto in rete della tedesca e vola sul 3-1. Ma Sabine si riprende presto e nel gioco successivo si riprende subito il break, grazie all’ennesima deliziosa palla corta. Sul 4-4, la francese è in grande difficoltà e va sotto 15-40: annulla la prima palla break con un ace, ma cede alla seconda mettendo fuori un rovescio. Poi iniziano i fuochi d’artificio. La Lisicki sul 5-4 serve per la partita, arriva a matchpoint ma affossa un rovescio in rete. Ne arriva un secondo: al termine di uno scambio clamoroso, la tedesca mette in rete una palla corta, colpo quasi sempre vincente durante il match. C’è un terzo matchpoint, ma sbaglia ancora la Lisicki, stavolta di dritto. La Bartoli è dura a morire e alla fine sfrutta un doppio fallo dell’avversaria per tornare in partita: 5-5. Si va così al tiebreak. Marion parte forte e vola 5-2, Sabine mette a segno due punti consecutivi, ma poi la francese si riprende e rende pan per focaccia all’avversaria, portando a casa il tiebreak 7-4 con una palla corta. L’inerzia del match pare dalla parte della Bartoli, invece la Lisicki reagisce e ricomincia a martellare di dritto come se niente fosse e va avanti 3-0, con un solo break. Probabilmente stanca per le fatiche degli ultimi giorni, la francese non riesce più a reagire e lascia campo libero alla tedesca, che continua a fare molto male da fondocampo. Un altro break mette il turbo a Sabine, che chiude 6-1 e si merita l’applauso convinto del Centre Court. Sabine Lisicki non è una novità assoluta per il circuito WTA, dato che già nel 2009 aveva centrato i quarti a Wimbledon (vincendo anche il torneo di Charleston) ed era salita al numero 22 del mondo. A marzo 2011, quando ha ricominciato a girare per i tornei maggiori, era crollata intorno alla 200esima posizione, ma non si è persa d’animo, ricostruendosi in pochi mesi una buona carriera (vincitrice tra l’altro a Birmingham in finale sulla Hantuchova). Ora con questo risultato dovrebbe salire ancora. La Germania riporta una tennista in semifinale: non succedeva dai tempi di Steffi Graf (1999). Finisce il sogno della Bartoli di ripetere, e perché no, migliorare, il risultato del 2007; che sia anche colpa di quel suo stile piuttosto discutibile, e forse incoraggiato dal padre-padrone-coach, di urlare per esultare su ogni punto, anche sugli errori avversari, che leva energie preziose ad una giocatrice dal fisico non proprio asciutto? Queste le parole di Sabine dopo il match: "Non riesco a crederci, sono la prima semifinalista tedesca a Wimbledon dai tempi di Steffi Graf. Non sono stata abbastanza decisa nel secondo set ma sono stata brava a rimanere concentrata, ero in confidenza dal primo minuto. E' una sensazione bellissima essere qui dopo gli infortuni che ho passato, ringrazio il pubblico che mi ha sostenuto tantissimo". Affranta Marion Bartoli: "Non ne avevo più. Dopo aver vinto il secondo credevo di vincere il match, ma dopo pochi scambi nel set decisivo ho avuto i crampi. La mia testa era convinta, ma il mio corpo non rispondeva. E' da tanti mesi che lotto in campo, era naturale accusassi la stanchezza prima o poi".

Tutto secondo pronostico nel secondo quarto di finale di Wimbledon 2011, in una giornata - quella interamente dedicata ai quarti del tabellone femminile - falcidiata dal maltempo, che ha per diverse ore impedito l'avvio dei due match in programma sul campo numero 1. Sotto il benedetto tetto del Centre Court, Maria Sharapova compie pienamente il suo dovere e si sbarazza 61 61 - in appena 59 minuti di gioco, volati via come se niente fosse - della slovacca Dominika Cibulkova, testa di serie n. 24 a cui, dopo lo scalpo fatto alla numero 1 del mondo Caroline Wozniacki, non riesce una seconda grande impresa contro colei che si propone come la grande favorita per la conquista del titolo. La 24enne siberiana, già campionessa sull'erba londinese quando non aveva neanche raggiunto la maggiore età, si qualifica di slancio alle semifinali grazie ad un match autorevole, condotto con una aggressività sempre insostenibile per la sua avversaria. Dopo aver tenuto con qualche brivido il suo primo turno di battuta, la Cibulkova non ha infatti potuto nulla davanti ad una Sharapova efficacissima sia al servizio che alla risposta: il primo break subìto dalla slovacca - al termine del terzo game - dà il via ad un autentico monologo della n. 6 del mondo, che toglie nuovamente la battuta alla 22enne di Bratislava e completa l'opera nel corso del settimo gioco, quando la Cibulkova si fa rimontare da 40-0 e soccombe al primo set point spedendo oltre la linea di fondo una palla a campo aperto che avrebbe potuto piazzare dovunque voleva. Nel secondo set la striscia di game consecutivi messi in cascina da Maria si fa impietosa e arriva ad 8 al termine di un lunghissimo secondo gioco, nel quale la russa sfrutta la quarta palla break a sua disposizione. Il game della bandiera trovato poi da Dominika Cibulkova - per giunta togliendo per l'unica volta il servizio alla Sharapova - resta un puro e semplice fuoco di paglia: Masha ritrova in men che non si dica un break di vantaggio, gettandosi di slancio su ciò che resta di un match mai realmente iniziato. Ritrovatasi di nuovo sotto 3-1, la Cibulkova alza virtualmente le braccia e fa fatica a raggranellare qualche 15 fino al settimo gioco, quando non sfrutta una palla break che avrebbe quantomeno prolungato di qualche minuto il soggiorno degli spettatori londinesi sui seggiolini del Campo Centrale. Poco prima dello scoccare dell'ora di gioco, l'ultimo colpo vincente (il suo 23° nell'intero match, statistica impressionante se paragonata ai soli 3 della slovacca) regala a Maria Sharapova una semifinale che forse mai avrebbe immaginato di conquistare con così poco sudore, fissando il punteggio conclusivo su un impietoso ma giusto 61 61. In attesa di affrontare nel penultimo atto del torneo la sorprendente tedesca Sabine Lisicki, la tennista siberiana a fine gara non nasconde le sue ambizioni, dichiarando ai microfoni della tv britannica: "Ho una grande chance. Ogni giorno e ogni punto è diverso. Devo farmi trovare preparata, oggi ho giocato bene e sono felice di esser tornata la vera Maria dopo i problemi alla spalla, ma il torneo non è ancora finito".

Qualche sofferenza di troppo per Petra Kvitova, contro una generosissima Pironkova la ceca ha dovuto lottare per portare a casa un match che alla vigilia non appariva tanto impegnativo. La Kvitova inizia il match come meglio non potrebbe, sfilando nel game d’apertura a zero il servizio alla Pironkova. I suoi colpi fluiscono che è un piacere e le permettono di comandare gli scambi con i piedi ben piantati dentro il campo. Pesantezza di palla, profondità ideale, angolazioni acute è tutto ciò che offre il tennis della Kvitova. Al break nel game d’apertura segue un secondo break in favore della Kvitova, nel corso del sesto game. Al momento di concludere il parziale, però, sul 5-2 la Kvitova accusa il primo passaggio a vuoto del match, smarrendo il servizio a seguito di un game costellato di errori. Nessuna preoccupazione però per Petra, che torna immediatamente a picchiare il martello pesante sull’incudine, operando il terzo break che le vale la conquista del primo set per 6-3. Nel secondo set, però, il canovaccio cambia improvvisamente e inaspettatamente; sul 2 pari, infatti, la Kvitova cala d’intensità e, conseguentemente, la Pironkova eleva il proprio livello di gioco, aumentando la profondità dei propri colpi. Ne consegue il break in favore della bulgara che per la prima volta nel match passa a condurre nel punteggio sul 3-2. La Kvitova paga anche la ricerca eccessiva delle righe, disponendo di un tennis volto a sfruttare le zone più profonde del campo. La mancina ceca vuole assolutamente evitare che il match si prolunghi al terzo, e con impeto piazza il contro break che le permette di ristabilire la parità sul 4 pari. Il parziale si snoda regolare sino alla più logica delle conclusioni, quella del tiebreak. Un tiebreak nel quale è la Kvitova si issa sul 5-2, ma non riesce ad imprimere l’accelerazione definitiva, esponendosi alla rimonta della Pironkova. Il set decisivo vede il ritorno della Kvitova, che vola subito 2-0 ma non riesce nel doppio break, grazie anche a una serie di incredibili errori arbitrali. La ceca s'innervosisce e rischia addirittura di farsi impattare sul 2-2, quindi torna a servire bene e tiene il break di vantaggio. Pironkova si difende alla grande, ma alla lunga non basta a tenere la strapotenza di Petra da fondo. Arriva il secondo break nel settimo game, Kvitova non trema e chiude per 63 67 62 dopo 2 ore di gioco, Viktoria Azarenka. Ecco le parole della ceca: "Nel secondo set lei ha iniziato a giocare in maniera impressionante e ho perso sicurezza. Ma ormai ho acquisito più esperienza e perciò non mi sono abbattuta nel terzo. Non mi emozionerò nel centrale, spero di poter emulare la Navratilova".

Il tremore del debutto tradisce Tamira. La Paszek, al primo quarto di finale della carriera in uno Slam, non riesce mai a entrare in partita e Viktoria Azarenka, nell’imprevista sessione serale, non deve certo fare gli straordinari per arrivare in semifinale. Il match inizia sul campo 1, come previsto. Ma previsti sono anche nuovi scrosci di pioggia come quelli che hanno rallentato il programma nel tardo pomeriggio. Gli organizzatori però decidono di non modificare lo schedule e far iniziare un doppio di vecchie glorie sul Centrale. Ma, quando Paszek e Azarenka hanno concluso un game la pioggia arriva. I campioni del passato vengono fatti sloggiare in fretta e furia e l’ultimo quarto femminile riparte sotto il tetto e le luci artificiali. Basse percentuali di prime, seconde deboli, con cui raccoglie meno del 40% di punti nel primo set, poca incisività sulla diagonale del rovescio. La versione “spuntata” di Tamira Paszek non riesce a far male a Vika Azarenka, che con una volée di dritto a campo aperto strappa il break a zero in avvio di partita e sale 2-1. Tra le due ci sono 75 posizioni di differenza in classifica e si vedono tutte nel quinto game, quando l’austriaca ha una palla game, annullata da uno splendido rovescio incrociato della Azarenka. E quando la Paszek tenta di evitare il secondo break con un passante di dritto il risultato è ben diverso: palla che vola oltre la riga di fondo e Azarenka che, tenendo nel game successivo, vola 5-1. Qui, però, si materializza l’inaspettato. La bielorussa sale 40-15 ma spreca entrambi i set point, il secondo con una volée di dritto davvero elementare e incredibilmente rovinata. La Paszek annulla anche una terza palla set e finisce per fare il break agitando il pugnetto. Ma la sua risalita dura poco. Spinta fuori giri sulla diagonale destra, la Paszek affossa un dritto ed è 6-3 Azarenka. Alla fine del set le statistiche recitano 18 vincenti (contro 7) e 7 errori (a 2) per la Azarenka, che fa la partita e raccoglie il 71% di punti con la prima e il 50% con la seconda. Le cose non vanno certo meglio nel secondo per la giocatrice più internazionale del circuito: madre cilena, padre nato in Tanzania, cresciuto in Kenya e residente in Canada, nonni indiani, coach spagnolo (Angel Gimenez, arrivato dopo il brasiliano Larri Passos). La bielorussa è l’abbrivio di un parziale di 4 giochi a 0. La Azarenka sembra sempre più rilassata e indovina anche un passante lungolinea vincente in corsa, giocato di lato al paletto, dopo una palla corta apparentemente perfetta dell’austriaca: così strappa il break del 2-0 e spegne molta della fiducia di Tamira. Vika chiude al secondo match point con un’accelerazione di dritto che costringe Tamara all’errore. Domani si giocherà un posto in finale con Petra Kvitova. La bielorussa ha vinto i primi due, la Kvitova gli ultimi due, compreso il terzo turno a Wimbledon l’anno scorso. Tutti i match si sono conclusi in due set.

Martedì 28 giugno 2011 - Risultati di quarti di finale:

(4) Victoria Azarenka (BLR) d. Tamira Paszek (AUT) 63 61
(5) Maria Sharapova (RUS) d. (24) Dominika Cibulkova (SVK) 61 61
(8) Petra Kvitova (CZE) d. (32) Tsvetana Pironkova (BUL) 63 67(5) 62
(WC) Sabine Lisicki (GER) d. (9) Marion Bartoli (FRA) 64 67(4) 61

Risultati di 3° turno di doppio:
(2) Peschke/Srebotnik (CZE/SLO) d. (14) Black/Peer (ZIM/ISR) 62 57 63
(3) Huber/Raymond (USA/USA) d. Kerber/McHale (GER/USA) 61 60
(4) Mirza/Vesnina (IND/RUS) d. (13) Hantuchova/A.Radwanska (SVK/POL) 64 63
Llagostera Vives/Parra Santonja (ESP/ESP) d. Errani/Vinci (ITA/ITA) 75 64
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Post  poseidon Sat 2 Jul 2011 - 19:21

GIOVEDI 30 GIUGNO

La ceca Petra Kvitova è la prima finalista di Wimbledon. La Kvitova ha battuto la bielorussa Viktoria Azarenka per 61 36 62. Se fosse stato un match di pugilato, il match sarebbe finito dopo poche riprese per KO istantaneo: due ragazze dell’est in mise rigorosamente bianca avrebbero dato vita ad un incontro di poca intensità e la bielorussa avrebbe ceduto per esasperazione, sul ring del centrale di Londra. Se fosse stato un match di golf, le parti si sarebbero invertite e sarebbe stata la ceca a rimanere con un pugno (neanche pieno) di mosche. Considerando che le due hanno invece deciso di darsi al tennis (più che altro di bombardarlo), il risultato è una partita altalenante, in cui a prevalere è però alla fine il perentorio colpo da KO che riesce ad imprimere al match la Kvitova nei confronti dell’avversaria, succube inerme delle sue bordate da fondo campo. Largamente favorita alla vigilia, se non altro per la maggiore attitudine ai campi verdi, la ceca ha rispettato il pronostico, portando sulle sue portentose spalle da ventenne una nazione intera . Abituati bene durante gli anni 90 infatti, i cechi non avevano avuto modo di scorgere una propria rappresentante dalle faste annate di Jana Novotna, ultima vincitrice su questi campi nel 1998 e di Martina Navratilova, ultima finalista mancina nel 1994 (quando perse per mano di Conchita Martinez). Insomma, un bel po’ di bagagli pieni zeppi di armamentari aspettavano Petra all’entrata sul Centrale. Dalla sua parte gravitava però l’esperienza di un match già vissuto (la semifinale persa lo scorso anno da Serena Williams) mentre per la Azarenka quello era il primo approdo in un match di tale importanza (sempre perdente negli altri 4 quarti disputati); ancora, la Kvitova arriva al giovedì della seconda settimana dopo aver asfaltato ogni tipologia di avversaria (di tocco come la Vinci e di potenza come la Wickmayer, soffrendo parzialmente in un match che poteva finir molto prima con la Pironkova) e potendosi vantare di aver sul petto ben tre tornei vinti durante l’anno (Madrid, Brisbane e Parigi indoor). I precedenti stazionavano sul 2-2: la Azarenka si era portata avanti 2-0 con i primi due precedenti e con vittorie molto nette, mentre le ultime due lotte di pugilato erano andate appannaggio di Kvitova: Wimbledon 2010 al terzo turno e Madrid 2011. La Navratilova, nei palchi d’onore a fianco del patron di Virgin, Richard Branson, probabilmente avrà dato spiegazioni all’illustre manager di come si siano volatilizzati 20 anni di tennis, di discese a rete e di tocco sopraffino, per lasciare spazio a veri e propri armamenti di guerra, pronti a rilasciare oggetti contundenti da ogni parte e ogni angolo del campo. Sembra che ne abbia fatta un ritratto della ceca, assoluta dominatrice del campo, nel bene (primo e terzo parziale) e nel male (secondo set): mai si è avuta la sensazione che la Azarenka in quella partita c’entrasse qualcosa, perennemente in balia della potenza dell’avversaria e sballottata con irrisoria facilità da una parte all’altra del campo. Brava la bielorussa, d’altro canto, ad approfittare delle enormi possibilità che la Kvitova le ha servito durante l’intero secondo set e a concretizzarle adeguatemente. Era però chiara la sensazione che la partita fosse in mano alla mastodontica ceca, che pareva disporne a proprio piacimento. Nel primo set la partita cambia faccia sul 2-1: la Azarenka pecca al servizio servendo davvero poche prime e di conseguenza la ceca entra molto in risposta e strappa il servizio alla bielorussa facendole pervenire comodini in risposta. La partita sembra prendere una direzione ben precisa, confermata dal secondo break, frutto di continue accelerazioni, che portano il binario sul 5-1. Chiamata a servire per il parziale e per la prima metà di finale, la Kvitova mette a segno 3 servizi vincenti e riesce a prevalere anche in uno scambio lottato e porta a casa il set per 6-1. Il secondo set si apre in modo inaspettato: un parziale di 7 punti a zero porta la Azarenka prima a tenere agevolmente il servizio, poi ad approdare a tre palle break consecutive: quella buona è la seconda e la bielorussa si porta avanti 2-0 e servizio. Con qualche patema entrambe riescono a tenere i successivi turni di battuta (annullate dalle due tenniste palle del contro break in favore di Kvitova e di allungare sul 4-0 per Azarenka). Come era stato facile per la Kvitova poter mantenere il servizio nel primo parziale, nel secondo i suoi turni di battuta sono perennemente sotto pressione: anche sul 4-1 è costretta ad annullare un’altra palla break ma, arrancando, riesce a mantenersi a galla. Il set mantiene l’andamento dei servizi, put con qualche patema. Nel game del 4-2 attimi di pura follia della Kvitova, che si porta avanti 15-30 ma sparacchia fuori due risposte più un pacchiano errore di dritto che permettono alla Azarenka di mantenere il break di vantaggio e di assicurarsi la possibilità di servire per il set e allungare la partita al terzo. Il braccio della bielorussa non trema e la partita ha come naturale epilogo l’ultimo set (la Kvitova annulla due set point, prima di capitolare al terzo). Nel secondo game del terzo set, perentoria la reazione della ceca che alla seconda opportunità strappa il servizio alla bielorussa (non le riusciva dal sesto game del primo set). Delle grandissime accelerazioni le permettono di concretizzare quello che fino ad allora era stato fatto e di portarla avanti 3-0. Violenta la reazione della ceca quando si trova sotto 15-40: 4 grandiosi punti, comprensivi di un ace e di una seconda lavoratissima, le permettono di mantenersi avanti. Sul 5-2 e servizio Azarenka, arriva il primo match point della partita, malamente fallito dopo aver colpito male il dritto; fortuna che la ceca gioca così bene da procurarsene un altro: è la Azarenka a procurarglielo con uno sciagurato doppio fallo, consegnando la prima finale della carriera, nel teatro del tennis, ad una piangente Kvitova, quasi un ossimoro se si considerasse la stazza della giocatrice dell’Europa continentale. Giusto epilogo per un match che difficilmente poteva avere un esito diverso e, nel caso in cui ciò fosse successo, difficilmente sarebbe stato per meriti della bielorussa, inoltre anche inadatta ad un gioco su erba (seppur trasformata): delle aperture troppo ampie non le permettevano di porre adeguati argini alla strabordante potenza dell'avversaria e, inoltre, il doppio fallo sul match point dimostra una tenuta mentale non eccezionale. Tutto come previsto alla fine del racconto e chi uscirà vincente dal secondo match di semifinale, stia attento alla rampante ceca che se fosse stata arruolata in qualsiasi grande esercito nel corso della storia, non ho dubbi che avrebbe potuto dare un grossissimo aiuto nella risoluzione della contesa, seppur con una racchetta e una pallina in mano.

E’ Maria Sharapova la seconda finalista della 125esima edizione dei Championships: la russa ha battuto Sabine Lisicki per 64 63 in 1 ora e 25 circa di gioco, ed ora sfiderà Petra Kvitova per il trofeo dell’All England club. Terza finale stagionale per lei (dopo Miami, sconfitta con Azarenka, e Roma, vittoria con Stosur), e quarta finale a livello di slam in carriera (3 vittorie su 3 nelle precedenti, ultima in Australia nel gennaio 2008). E’ la sua seconda apparizione all’atto conclusivo dello Slam londinese, dopo la storica vittoria del 2004, quando in finale battè Serena Williams 61 64. Ma in questa circostanza arriva con un ruolino migliore: solo 32 i games persi finora (nessun set per le avversarie), mentre nella precedente vittoriosa partecipazione 47 i giochi lasciati (con due set) prima dell’epilogo. Svanisce invece il sogno di Sabine Lisicki, entrata nel tabellone grazie all’invito degli organizzatori dei Championships (era sopra le 100 alla compilazione dell’entry list) e capace di arrivare al penultimo round dopo un torneo fantastico nel quale ha sconfitto fra le altre Na Li e Marion Bartoli. La Cenerentola della 125edizione di Wimbledon esce di scena, nascondendosi il volto nel variopinto asciugamano della kermesse, per non far vedere al mondo le sue emozioni. Non sappiamo se sotto la spugna ci siano lacrime di gioia, per l’eccellente torneo arrivato dopo un lungo periodo di riabilitazione per il grave infortunio alla caviglia sinistra, o lacrime di delusione, per non aver raggiunto la partita che tutte le tenniste vorrebbero giocare. Durante l’ora e mezzo di gioco però, più volte la 21enne tedesca si è lasciata andare in sorrisi educati e divertiti. Segno – forse – che nella sua testa il torneo l’aveva già vinto e che oggi c’era solo da accumulare esperienza. Contro una campionessa come la Sharapova, avrà pensato, c’è solo da imparare, e quindi la vittoria non era così importante. Di occasioni ce ne saranno…O no? Non ci sbilanciamo ovviamente sul futuro della Lisicki che però, le va dato atto, ha diverse qualità che la potranno far ulteriormente salire in classifica (è 62esima, ma lunedì prossimo tornerà a ridosso della 22esima, suo best ranking). Ottimo servizio (best acewoman del torneo), ottimo dritto e, soprattutto, un bel modo di stare in campo. Con sorrisi e grinta Sabine si è fatta largo fino al penultimo round. E se ci è riuscita a Wimbledon, può farlo dappertutto. Questi i lati positivi della sorpresa del torneo femminile. Oggi invece, sono state tante, troppe, le pecche della tedesca. Eppure, la partenza di Maria quest’oggi non era stata al livello delle aspettative (l’unico precedente, a marzo, vide Sabine racimolare solo 2 giochi a Miami): la tedesca infatti riusciva a martellare col dritto, mettendo in crisi le certezze della bella russa. Il servizio non girava, e la Lisicki si portava in un batter d’occhio sul 3-0. Ma questa Sharapova sembra la versione matura (a ragione, dato che era la dodicesima semifinale Slam in carriera per lei) della giovane modellina che sconvolse a metà degli anni 2000 il tennis, e capisce che il rovescio dell’avversaria è il punto dove spingere. Trovato il ritmo col suo dritto, arrivava, dopo un servizio tenuto a fatica ai vantaggi, ma con una ritrovata prima palla, il contro break, e il “come on” urlato si sovrappone agli applausi del pubblico. Sul 4-4 poi Maria riesce a rispondere ancora in maniera potente e precisa, costringendo l’avversaria a giocare troppo con i piedi fuori dal campo: ancora un break, e Maria che serviva e chiudeva il set per 6-4 in 43 minuti. La statistica consigliava a chi era intenzionato a scommettere su una rimonta teutonica che la Sharapova nella sua storia wimbledoniana non ha mai perso dopo aver vinto il primo set (31 a 0 il record). La tensione divora la giovane Sabine, che commette due doppi falli nel game di apertura del secondo set, perdendo subito la battuta. Nonostante i doppi falli (saranno 13 a fine partita, ma con un 69% di punti con la prima), i colpi (e le celeberrime urla) di Maria restavano indiscussi protagonisti sul centrale, quasi impaurendo l’avversaria che non riusciva più ad esprimere quel buon tennis mostrato fin qui nel torneo. Il cielo sempre più cupo e minaccioso di pioggia sembrava rianimare Sabine, che recuperava (solo temporaneamente) uno dei due break di svantaggio. Andata a servire per il match, Sharapova perdeva il servizio con un brutto doppio fallo sulla palla break. Ma in risposta la bella siberiana era a proprio agio, e chiudeva per 6-3. Buona a tratti la partita della Lisicki, apparsa però un po’ troppo intimorita dalla ribalta; nel secondo set non ha mai tenuto il servizio, è vero, ma Masha riusciva ad aggredire la sua battuta in maniera incredibile. Le lacrime mentre abbandonava il campo le serviranno per il futuro, senza dubbio. Si conferma la presenza della Russia nella finale femminile di Wimbledon (l’anno scorso ci fu Vera Zvonareva), che raggiunge per la terza volta nella storia questo traguardo (1 vittoria e 1 sconfitta). Era dal 1986 che non si verificava una finale “ova” (SharapOVA-KvitOVA), quando scesero in campo Martina NavratilOVA e Hana MandlikOVA. In un tennis femminile orfano di Justine Henin, di Kim Clijsters, e delle sorelle Williams in una condizione accettabile, è Maria Sharapova la donna copertina della WTA, che ne aveva bisogno per risollevarsi in termini di appeal e qualità. L’appuntamento di sabato pomeriggio è l’occasione per riaffermarlo, con forza e orgoglio. Raggiunta al termine del match, Maria Sharapova dichiara: “E' stato un percorso duro tornare qui in finale, sono molto felice, ho giocato bene ma sento che il mio percorso non è ancora finito. Sabine ha giocato molto bene all'inizio e io esattamente il contrario; ma la chiave è stata rimanere concentrata, e tornare nella mia linea guida per il proseguio del match. Essere in finale è un grande traguardo per me, ora contro Petra Kvitova: lei è mancina, gioca bene su erba, sarà dura, ma non vedo l'ora di giocare la finale”.

Giovedì 30 giugno 2011 - Risultati delle semifinali:

(8) Petra Kvitova (CZE) d. (4) Victoria Azarenka (BLR) 61 36 62
(5) Maria Sharapova (RUS) d. (WC) Sabine Lisicki (GER) 64 63

Risultati di quarti di finale di doppio:
(2) Peschke/Srebotnik (CZE/SLO) d. (8) Peng/Zheng (CHN/CHN) 62 67(7) 64
Lisicki/Stosur (GER/AUS) d. (6) Petrova/Rodionova (RUS/AUS) 75 16 61
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